Siena, 28 giugno 2013 - L’OMBRA dell’evasione fiscale cala sulla cessione dell’ex centro esattoriale Mps a Roma. Tutto è nato da una querela presentata nei confronti di un quotidiano online. Ma, anziché trovare elementi di diffamazione, gli inquirenti avrebbero riscontrato «non poche anomalie» relative a quella cessione. Un complesso immobiliare (un edificio di circa sei mila metri quadrati con una superficie complessiva di circa 36mila), in via dei Normanni, di fronte al Colosseo, venduto il 30 settembre 2011.

Così nei giorni scorsi i militari della guardia di finanza, su disposizione della procura di Siena, hanno eseguito una serie di perquisizioni negli uffici della Mps immobiliare. Passando al setaccio gli atti della compravendita (il complesso è stato acquistato dal fondo immobiliare chiuso gestito dalla Mittel Sgr), infatti, gli investigatori sospettano che la società facente capo alla passata gestione di Mps, abbia versato un’Iva inferiore rispetto a quella prevista dalla legge, sottraendo al fisco una cifra superiore ai 20 milioni di euro. Per questo motivo le fiamme gialle stanno compiendo degli accertamenti con l’Agenzia delle Entrate e, qualora emergessero riscontri alla pista investigativa, non è escluso che possa essere contestato agli ex vertici della società il reato di evasione fiscale.

Accanto a questo ‘approfondimento’ gli 007 della guardia di finanza stanno anche portando avanti ulteriori accertamenti sulla cessione. Il complesso, infatti, era in vendita da tempo, ma l’istituto senese non era riuscito a chiudere.

Poi, improvvisamente, in quel fine settembre 2011 arrivarono a perfezionare il contratto di vendita. Ed è proprio questo ad avere attirato l’attenzione dei magistrati. Perché tanta fretta? Non c’erano altre offerte d’acquisto? E, soprattutto, quale sarebbe stato l’impatto atteso da Rocca Salimbeni? Una risposta a quest’ultima domanda, secondo la pista investigativa, sarebbe da ricercare nel conto economico del terzo trimestre 2011 in cui la stessa banca annunciava di aver ottenuto «un utile netto di 42,2 milioni».

A tanto ammonterebbe, infatti, la plusvalenza ottenuta con la cessione dell’ex centro esattoriale. E questo spiegherebbe anche l’improvvisa accelerazione, in quel settembre 2011, nel chiudere la trattativa. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, infatti, l’immobiliare del Montedeipaschi avrebbe avuto in mano altre offerte per importi superiori. Anche quest’aspetto sarebbe al centro degli accertamenti dei magistrati che vogliono capire se la somma messa a contratto sia quella effettivamente pagata dal fondo immobiliare gestito da Mittel Sgr, oppure no.

di TOMMASO STRAMBI