Siena, 10 giugno 2013 - «NON PUO’ essere vero. Era un angelo». Le lacrime scendono copiose sul viso di Roberta. Un’amica l’abbraccia e cerca di farle coraggio: «Dobbiamo pensare a Margherita». Ma solo a sentire il nome della mamma del piccolo David, i singhiozzi si fanno ancora più intensi. Il giorno dopo la tragedia di Belriguardo dove il piccolo David, 17 mesi appena, ha perso la vita azzannato dai pastori tedeschi della nonna e dello zio, lo choc della famiglia si dilata ancor di più. Gli amici di Margherita Rossi e di Marco Gammarota, mamma e babbo del piccolo, si stringono intorno alla coppia. Nel grande casolare di Belriguardo da mezzogiorno di sabato è calato un silenzio carico di dolore e disperazione. Tutto si è fermato al momento in cui Michele, lo zio paterno di David, ha trovato il nipote a terra esanime, con i due cani a vegliarlo. Un gioco tramutatosi in tragedia. In pochi minuti. Senza che nessuno sentisse niente. Cosa è successo? Perché quei due cani, che ben conoscevano David, in un attimo sono arrivati ad ucciderlo? Sono gli interrogativi a cui, dall’altro ieri, sta cercado di dare risposte il pubblico ministero Nicola Marini che ha aperto un fascicolo per colpa in vigilando. E per questo motivo ha iscritto nel registro degli indagati il babbo, lo zio e la nonna paterna del piccolo David. Un atto necessario, è la prassi.

SABATO MATTINA Marco e David erano soli in casa, visto che mamma Margherita era dovuta andare a Verona per un impegno. Mentre la nonna, insegnante, era a scuola per l’ultimo giorno di lezione e lo zio Michele in ospedale a Montevarchi, dove è anestesista. Un giorno come tanti altri. Così babbo e bimbo si attardano nel grande lettone, come altre volte in passato. Solo che David ad un certo punto si sveglia e, senza far rumore, scende dal letto, avventurandosi verso la casa dei nonni che confina con la sua. Lì apre la porta della stanza dove si trovavano i tre cani di famiglia: due pastori tedeschi e un terzo, incrocio tra un pastore ed un rottweiler. Una porta sempre chiusa. Ma non sabato mattina, appunto. Un attimo, un eccesso di confidenza e la tragedia. Due morsi che affondano nella pelle innnocente di David. Uno dei due arriva a incidere sulla vena femorale e accade l’irreparabile. Babbo Marco, addormentato nel letto, al piano superiore non sente niente. Il figlio resta a terra e muore dissanguato. Quando lo zio Michele rientra intorno alle 11.30, dal turno in ospedale, scopre la tragedia e tenta di rianimare il nipotino. Purtroppo, però, non c’è più niente da fare. Così, adesso, babbo Marco deve rispondere di abbandono di minore, mentre la madre e il fratello Michele, proprietari dei cani, devono rispondere di omessa custodia di animali. E’ il corso della giustizia che incide in quel dolore infinito che, da sabato mattina, si è abbattuto sulla famiglia del piccolo David.
QUESTA MATTINA il professor Mario Gabbrielli della medicina legale del policlinico Le Scotte di Siena eseguirà un esame esterno sul corpicino del bambino. Il pm Marini, infatti, non ritiene necessaria l’autopsia, mentre ha disposto il prelievo di un campione dalla ferita riscontrata sulla gamba del piccolo. Subito dopo, la salma sarà restituita alla famiglia che potrà dare l’ultimo saluto a quell’angelo che adesso tutti piangono.