di Laura Valdesi
Siena, 4 febbraio 2013 – La crisi “entra” anche nelle scuderie. Si parla della città e dei suoi problemi, di come cambieranno le cose di qui a breve. E nei prossimi anni. Il Palio, in fondo, è Siena. “La Festa, per assurdo, potrebbe beneficiare di questa situazione. I dirigenti si rimboccheranno le maniche, anche loro come le famiglie, puntando su un Palio diverso. Forse anche più vero, sentito e combattuto, a partire dal livello strategico. Insomma, se i soldi non sono quelli di un tempo, bisognerà ingegnarsi e giocare d’astuzia a 360 gradi trovando soluzioni differenti”. Così Massimo Milani legge uno dei momenti storici più delicati per la città che sta comportando variazioni anche nell’organizzazione della Festa.
Al contributo comunale per i cavalli da Palio si deve dire addio.
“Bisogna fare i conti con la realtà. Questo significa che si va verso una selezione naturale dei proprietari: chi se lo potrà permettere continuerà a tenere i cavalli. E soprattutto a consentire agli allenatori di lavorare con puntigliosità e serietà, tenendo alto il livello qualitativo dell’attività. Da questo punto di vista sono molto fortunato”.
Massimo Coghe e Francesco Ticci, proprio sulla Nazione on line, sostengono che i premi per le corse devono restare.
“Agli allenatori interessa poco perché il premio è del proprietario. E spesso quando viene preso finisce in cene di scuderia. Questo è lo spirito che c’è qui da noi. Non sono d’accordo che si lavora gratis”.
Il capitano del Drago Mario Toti, a nome dei dirigenti palieschi, ha chiesto al commissario prefettizio di conservare i premi per le corse per evitare, tra l’altro, che venga meno l’agonismo.
“Vorrà dire che vincerà chi s’impegnerà ugualmente, se non ci sono i premi. Noi quando partiamo dalla scuderia per le corse abbiamo un obiettivo e, arrivati in fondo, tiriamo una riga e guardiamo dove abbiamo sbagliato. Insomma, si punta sempre al massimo, valutando poi eventuali errori da correggere”.
Ti aiutano in scuderia tre fantini: Luca Minisini, Giosuè Carboni e Jacopo Pacini. Pensi che sarebbero disposti ad un taglio del compenso per correre il Palio, stante la situazione?
“Già stanno facendo grandi sacrifici. Tutti. Ritengo che li accetterebbero, dal più giovane al più esperto. O meglio, troverebbero un accordo con le dirigenze”.
Nei tuoi box ci sono 4 cavalli che hanno corso in Piazza, fra cui il vittorioso Istriceddu, la maggior parte ha già fatto prove di notte e Tratta. Undici in tutto.
“Tre sono quelli che devono invece fare il percorso: Oros, un bel cavallo che ha partecipato a sartiglie e manifestazioni in Sardegna, poi Phalena e Overjoyed. Gli altri sono più svezzati, diciamo: Omodeos, Ozzastru, Porto Alabe e Pestifero. Gli espertissimi sono Istriceddu e Gammede, per quest’ultimo sarà l’ultimo anno nell’Albo. Hanno poi corso in Piazza Indianos e Morosita”.