Siena, 18 dicembre 2012 - Un ex dipendente dell'azienda vinicola ''Case Basse'' di Montalcino è stato arrestato perché, secondo le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Siena, sarebbe il responsabile dei circa 600 ettolitri di vino destinato a diventare Brunello finiti nelle fogne.

 

L'uomo, A.D le sue iniziali, 39 anni romano, avrebbe agito per vendetta. E' quanto si spiega in una nota dei carabinieri del comando provinciale di Siena il cui nucleo investigativo, insieme ai colleghi di Montalcino, ha effettuato ieri sera l'arresto, in esecuzione di misura cautelare disposta dal gip senese Bruno Bellini, per il reato di sabotaggio.

 

L'arrestato già conosciuto alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio, spiegano sempre i militari, sarebbe stato ''mosso da vecchi rancori'' nei confronti del suo ex titolare: tra i motivi, ''quello dell'aver preferito un altro dipendente nell'assegnazione di un alloggio di pertinenza dell'azienda''.

 

La scoperta dell'atto vandalico risale al 3 dicembre scorso: chi ha agito, dopo essere entrato nella cantina di Case Basse, aveva aperto i rubinetti delle botti facendo defluire nelle fogne 600 ettolitri di Brunello, distruggendo l'intera produzione di vino dal 2007 al 2012.

 

Le indagini, coordinate dal pm Aldo Natalini, inizialmente si erano indirizzate su varie ipotesi investigative ''per poi convergere su quella che ha portato all'arresto dell'odierno indagato nei cui confronti venivano raccolti molteplici e concreti elementi di responsabilità in ordine al contestato reato di sabotaggio''.

 

Intanto è arrivato il plauso del sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli e del presidente del Consorzio del Brunello Fabrizio Bindocci alle forze dell'ordine, per la celerità e competenza delle indagini che hanno ridato ''serenità al territorio'', dissipando ''ogni lettura tendenziosa dei fatti'', di cui ''nelle sedi opportune si chiederà conto''.

 

In una nota si legge: ''Ad oggi le evidenze presentate dalle forze dell'ordine confermano quanto già espresso dal Consorzio e dai rappresentanti istituzionali della comunità montalcinese e cioè che si sia trattato di un atto vile e inqualificabile totalmente estraneo alla cultura e ai valori del territorio montalcinese che a sua volta ne è stato vittima indiretta in quanto colpendo una delle sue eccellenze più conosciute di fatto ha danneggiato tutto il sistema dei produttori''.

 

''Ciò - prosegue Bindocci - mi porta anche a ribadire la nostra condanna  di coloro che, a vario titolo, in modo cosciente e del tutto arbitrario, hanno voluto ricondurre quanto accaduto a ipotesi criminali o vendette tra produttori, danneggiando consapevolmente l'immagine di Montalcino''.

 

Per Franceschelli e Bindocci ''questo ovviamente non diminuisce la gravità della vicenda che, al di là di letture fantasiose e strumentali di cui nelle sedi opportune si chiederà conto, rimane un atto inaccettabile che ha colpito duramente un produttore stimato e conosciuto come Gianfranco Soldera, cui confermiamo tutta la solidarietà dei produttori, che da sempre rappresenta un grande valore di questo territorio''.