Siena, 12 dicembre 2012 - Ci sarebbe un indagato dalla Procura senese per il grave episodio accaduto a Montalcino, che poco più di una settimana fa — precisamente nella notte fra domenica 2 dicembre e lunedì 3 — ha visto finire oltre 600 ettolitri di vino destinato a diventare Brunello nelle fogne. Qualcuno quella notte entrò nelle cantine della tenuta Case Basse di proprietà di Gianfranco Soldera , uno dei produttori di Brunello più noti al mondo, sfondando una porta , quindi aprì i rubinetti di dieci botti dove era custodita l’intera produzione delle annate dal 2007 al 2012, per un valore di circa due milioni e mezzo di euro.
 

Subito i carabinieri seguirono diverse piste, ma sembra che ora gli occhi si siano concentrati su un 'indiziato numero uno’ secondo quanto trapela da alcune fonti giudiziarie, individuato proprio nell’area di Montalcino. Se dunque sembrerebbe esclusa la pista riconducibile alla criminalità organizzata, il raid potrebbe essere invece legato ad una vendetta di un ex dipendente di Case Basse, che per rancore personale avrebbe aperto i rubinetti e inferto l’enorme danno. Incerte ancora però le finalità di un tale gesto, non riconducibili solo ad una mera vendetta.


Non trapelano altre indiscrezioni dalle indagini, ma sembra che la parola fine sulla brutta vicenda che ha sconvolto il mondo del Brunello e l’attività di Soldera, sia attesa entro pochi giorni.