di ANTONELLA LEONCINI

 

Siena, 25 settembre 2012 - E’ SPACCATURA all’interno dell’associazione provinciale titolari di farmacia, ottanta e più strutture nel territorio che assicurano lavoro ad oltre trecento dipendenti. Domenica pomeriggio, intanto, si sono incontrati quaranta farmacisti ‘dissidenti’ per decidere la loro linea di azione.

 

Oggetto della contestazione il progetto sperimentale della Usl 7 dell’inizio di questo mese, valido fino alla fine dell’anno. Per adesso, comunque, hanno aderito solo cinque farmacie comunali: le due di Colle Val d’Elsa, Poggibonsi, San Gimignano e Sinalunga. Non è stato sottoscritto da nessuna farmacia privata. Ma anche all’interno di questa fronda dissidente, si discute sulla strada da percorrere.
 

 

LA PROPOSTA sperimentale, la cui adesione è comunque aperta fino al prossimo dicembre, prevede un diverso rapporto tra Usl 7 e farmacie per la distribuzione di alcune molecole, cioè farmaci generici, e anche di altre medicine. Il piano sperimentale prevede l’acquisto di questi farmaci direttamente dalla Usl 7, con la possibilità, trattandosi di grandi movimenti, di comperarli ad un prezzo minore, per poi redistribuirli alle farmacie con il riconoscimento di un onorario fisso per ogni pezzo venduto. La maggioranza dei farmacisti della provincia contesta la remunerazione troppo bassa, tale da non compensare i costi di gestione. Sul tavolo della questione, quindi, sostengono, anche l’impossibilità di garantire tutti i posti lavoro a coloro che nel territorio gravitano in questo comparto.
 

 

LE CONTESTAZIONI non finiscono qui. Fra i farmacisti che non hanno accettato il progetto della Usl 7, ci sono quelli che dicono ‘no’ assoluto: sostengono che non deve cambiare il processo che riconosce alla farmacia la libertà di decidere da chi comperare i farmaci da rivendere al cliente. Dall’altra, ci sono coloro che dicono di rinviare l’aggiornamento del progetto a novembre, dopo il decreto sulla ‘spending review’: definirà una nuova remunerazione di ogni passaggio di tutta la filiera redistributiva dei farmaci dall’industria, al deposito, alla farmacia per giungere al consumatore finale.
 

 

La posta in gioco è alta. I farmacisti che non vogliono trattare con la Usl 7 per adesso non tornano sulla loro posizione e, al termine dell’incontro di domenica, ne è emerso un documento: chiedono al presidente e al consiglio dell’associazione di rifiutare la proposta della Usl 7 di intervenire per l’acquisto e la redistribuzione di alcuni farmaci.