Firenze, 26 luglio 2012 - Calcioscommesse, ecco i deferimenti, e adesso la Toscana del pallone trema. Sì perché a seconda delle possibili condanne, la geografia del calcio toscano potrebbe essere in parte rivista. Dopo che il procuratore Palazzi ha diramato la lista di coloro i quali sono stati "rinviati a giudizio" dalla giustizia sportiva, i tifosi cominciano a interrogarsi su quali saranno le conseguenze nel prossimo campionato.

I nomi eccellenti di coloro che saranno giudicati fanno tremare. Ci sono Piero Camilli, presidente del Grosseto, Antonio Conte, ora allenatore della Juventus e ai tempi allenatore del Siena, ma anche Filippo Carobbio, centrocampista del Siena ora allo Spezia, il grande accusatore che per il calcioscommesse lo scorso inverno è stato in carcere.

Le due squadre deferite sono Grosseto (per responsabilità diretta, ovvero per aver secondo le ipotesi organizzato a livello societario le combine) e il Siena (per responsabilità oggettiva, non avendo per l'ipotesi dell'accusa partecipato alle combine ma avendo loro tesserati organizzato i presunti aggiustamenti).

E mentre il presidente Piero Camilli va alla sbarra per illecito sportivo, accusa più grave, l'allenatore della Juventus Antonio Conte è stato invece deferito per omessa denuncia, una accusa meno grave che indica come il tecnico non avrebbe riferito alle autorità il tentativo di combine pur essendone a conoscenza. Illecito sportivo invece è l'ipotesi per Cristian Stellini, ex viceallenatore del Siena, mentre c'è solo omessa denuncia per Angelo Alessio (ex-vice allenatore Siena), Marco Savorani (ex-allenatore portieri Siena), Giorgio D'urbano (ex-preparatore atletico Siena).

C'è anche un altro toscano coinvolto nell'inchiesta: si tratta del viareggino Andrea Masiello, arrestato a inizio aprile di quest'anno per presunte combine ai tempi in cui giocava con il Bari. Proprio la procura di Bari indaga su questo filone, che ha portato appunto anche ai deferimenti della giustizia sportiva. Masiello è stato deferito per illecito sportivo, un accusa dunque particolarmente grave.