Siena, 16 aprile 2012 - «VOLEVI investire sui giovani… così i giovani li investi». «O la borsa o l’irpef». «O studenti o lavoratori». Questi sono solo alcuni degli slogan che hanno accompagnato la giornata di protesta nazionale degli specializzandi.

Alle 9,30 davanti al cancello del policlinico le Scotte c’erano proprio tutti. Oltre 500 i medici che si sono riuniti in un sit in contro l’emendamento che avrebbe sottoposto a tassazione irpef le borse di studio superiori agli 11500 euro.

«Una tassazione ingiusta — hanno ribadito in coro — che equipara i redditi da borsa di studio a quelli di lavoro dipendente. Non possiamo accettare di essere trattati come studenti senza agevolazioni o diritto allo studio e lavoratori senza diritti dei lavoratori».

Una manifestazione pacata e ordinata, che ha riscosso il consenso e la solidarietà da parte di tutti coloro che entravano e uscivano dall’ospedale. Niente cori chiassosi o megafoni. «Lo scopo della manifestazione — ha sottolineato il presidente nazionale Federspecializzandi, Daniele Indiani — non è quello di creare un rallentamento del servizio di assistenza. Bensì dare voce ad una categoria senza futuro»

I camici, disposti in fila indiana, hanno sfilato all’interno degli ambulatori e reparti, distribuendo volantini esplicativi sulle motivazioni dello sciopero. Un primo passo importante è arrivato nel tardo pomeriggio di ieri. L’approvazione in Commissione VI Finanze della Camera dell’emendamento 3.34, abroga il famigerato emendamento del Senato.

FederSpecializzandi ed il Segretariato Italiano Giovani Medici hanno espresso la piena soddisfazione per l’accaduto, ringraziando coloro i quali hanno appoggiato il primo giorno di proteste. Ma non basta a fermare lo sciopero.

LE DUE ASSOCIAZIONI di categoria, hanno comunque confermato la loro presenza, prevista per oggi, in piazza Montecitorio a Roma, per evidenziare all’opinione pubblica la condizione attuale dei medici in formazione specialistica. Da Siena partiranno 250 specializzandi, suddivisi tra quattro pullman e svariate macchine. «Non è ammissibile — precisa Indiani — che al termine del contratto di formazione quinquennale non abbiamo nessuna garanzia di assunzione. I nostri stipendi sono i più bassi d’Europa, poco più di 6 euro l’ora, e la tassazione più alta. Abbiamo diritto ad una adeguata remunerazione, oltre ad essere riconosciuti come veri e propri lavoratori».