Siena, 1 febbraio 2012 - Il mercato della Robur non è andato esattamente come se lo aspettava Giorgio Perinetti, che fino all’ultimo ha provato a sfoltire la rosa a disposizione di Sannino e contemporaneamente a cercare un’alternativa di spessore davanti. «Alla fine temo di aver scontento tutti – mastica amaro il direttore dell’aera tecnica bianconera - Il presidente che voleva, giustamente, diminuire il monte ingaggi, i tifosi che speravano in un grande nome, e Sannino che dovrà allenare ancora una rosa piuttosto ampia. Che cosa non è andato? In uscita abbiamo dovuto fare i conti con tanti ‘no’, primi su tutti quelli di Sestu e Parravicini, che, specie il primo, hanno rifiutato tutte le destinazioni proposte, dimostrando poco amore per il proprio lavoro visto che Sestu è fuori dal nostro progetto. In entrata invece abbiamo provato a percorrere la strada che portava ad Inzaghi. Sapevamo che non c’erano molte possibilità, credo davvero intorno al 2%, che lui lasciasse il Milan, visto che cosa rappresenta per Inzaghi stesso la maglia rossonera, ma era giusto provarci fino alla fine visto il valore del giocatore in questione. A quel punto abbiamo preso Bogdani, che come Giorgi sono convinto che ci darà una mano e saranno delle alternative positive per Sannino».

Il pensiero di Perinetti torna anche ai tifosi, che davvero sognavano un colpo in grande stile. «Capisco i tifosi. Al momento non posso dire di aver fatto bene. Spero che i risultati e la salvezza possano sottolineare la validità del lavoro svolto. Vedremo». Alla fine però sono rimasti i giocatori più richiesti e anche un centrale, che ad un certo punto sembrava in partenza. «Abbiamo resistito alle sirene che volevano Destro, Bolzoni e Brienza, e ritenuto poco considerevoli rispetto al valore del giocatore le offerte per Rossettini. E’ vero poteva uscire Pesoli, ma le sua prestazioni ci hanno fatto cambiare idea. La rosa è abbondante ma questa stessa rosa ci ha permesso di fare 19 punti e raggiungere la semifinale di Coppa Italia. Al momento rimangono aperte le questioni Larrondo e Reginaldo. Per il primo, che valuteremo se tenere o meno, resta in piedi la pista argentina (il mercato li chiude il 9 febbraio), mentre Reginaldo è in trattativa con una squadra giapponese: in Giappone c’è tempo fino a marzo. Staremo a vedere. In ogni caso adesso è tempo di pensare al Catania. In caso di vittoria avremmo fatto già più punti di quelli fatti all’inizio nel girone di andata».