Siena, 1 gennaio 2012 – Sono entrate nella stanza del sindaco a metà mattina. Ormai i loro volti, dopo il blitz di giovedì scorso, sempre in Comune, li conoscono in molti. Le attendeva il primo cittadino, Franco Ceccuzzi, per un confronto che è stato breve. Neppure mezz’ora e le donne dell’Oca – o meglio alcune rappresentanti delle 30 “sospese” dalla Contrada per aver fatto ricorso al tribunale per il diritto di voto - sono state viste lasciare palazzo pubblico. Bocche cucite sullo scambio di idee con il sindaco. Alcuni uomini di Fontebranda, ‘indignati’ per le punizioni comminate, hanno invece fatto presente, sempre a Ceccuzzi, che ci sono articoli del Regolamento comunale che fanno riferimento alla rimozione di tutti gli ostacoli i quali impediscono le pari opportunità dei cittadini.

 

Il silenzio di tomba seguito all’incontro bis, come detto, lascia presagire una riflessione su qualcosa che sta maturando. Forse la soluzione alla vicenda che sta letteralmente facendo il giro di mondo? Certo è che le donne, come stabilito a inizio settimana nella riunione post-punizione, si ritroveranno ancora, fra qualche giorno. E analizzeranno la situazione già delineata nel summit anzidetto. Tre le strade possibili: accettare la sanzione, cosa per molte difficile se non impossibile da mandare giù, oppure impugnare in tribunale la sospensione o, in alternativa, avvalersi dell’opportunità di fare una sorta di ricorso interno. Ci sono 15 giorni di tempo, a partire dalla notifica. Dunque non bisogna perdere battuta. L’idea a molte non dispiace.

 

Intanto la presidente di “Telefono Rosa” Gabriella Moscatelli ha chiesto anche l’intervento del ministro Fornero che, in quanto titolare della delega alle pari opportunità, deve ristabilire il diritto delle donne non solo a far parte della Contrada ma anche a poter votare. “Le tradizioni non possono essere preservate se in contrasto con i diritti costituzionali”, ha detto aggiungendo che, se non sarà trovata una soluzione, chiederà a tutte le associazioni culturali e di genere d’Italia “di opporsi a che Siena possa concorrere ad essere Capitale della cultura 2019”.