Siena, 20 dicembre 2011 - «Forse è l'unica volta che ho avuto paura vera nella vita. Paura vera...». Ripete il concetto due volte, Adolfo Manzi in arte Ercolino. Ventuno Palii corsi e due vinti, uno nell'Aquila e l'altro nel Nicchio, tante Carriere rocambolesche. Eppure l'infortunio che gli è accaduto all'ippodromo delle Capannelle a Roma, che l'ha mandato dritto in ospedale, ha lasciato il segno nel fantino entrato a buon diritto nella storia del Palio. Ogni anno, d'estate, torna in Piazza per respirare l'aria della nostra Festa.

Allora, è vero che a 58 anni hai rischiato di morire?

"Tutto vero, adesso che il peggio è passato ne parlo volentieri. Anche perché si tratta di un incidente avvenuto alle gabbie, proprio qualche giorno prima di quello a Grosseto dove ha perso la vita Antonio Columbu. Terribile».

Cosa è accaduto?

"Il mio cavallo è rimasto accidentalmente incastrato, gli ho dato una spinta per aiutarlo a liberarsi, è andato in ginocchio e io gli sono finito dietro. Quando si è rialzato, impaurito, mi ha schiacciato contro la gabbia. Sentivo dolore da ogni parte, sono rimasto a terra, confuso. Non riuscivo a respirare".

Eppure Ercolino in tutta la carriera sarà caduto e avrà avuto degli infortuni...

«Sì, ma è stato diverso. Perché sono rimasto cosciente, in ambulanza cercavo di muovere le dita dei piedi e delle mani per capire quanto fosse grave la cosa. Quando poi, dal policlinico sulla Casilina mi hanno trasferito in Neurochirurgia all'Umberto I, sono stati momenti duri. Ho tirato un sospiro di sollievo quando mi hanno detto che non c'era bisogno dell'intervento".

La diagnosi?

"Quattro vertebre rotte, dorsale e lombare, più quattro costole fratturate. Una settimana in ospedale, altri 15 a letto immobilizzato a fare i conti con un dolore da matti. Adesso, fortunatamente, ho il busto e posso muovermi in casa. A gennaio conto di tornare a montare".