Siena, 16 novembre - Conclusa dopo tre anni l'inchiesta della magistratura senese sul cosiddetto 'buco all'università' di Siena. La Guardia di Finanza di Siena in base alle risultanze delle indagini dei sostituti procuratori Antonino Nastasi e Aldo Natalini ha notificato diciotto avvisi di garanzia nei confronti degli indagati, tra cui ex rettori, direttori amministrativi, revisori dei conti, segretari di dipartimento e contabili, accusati a 'vario titolo' - si legge in una nota congiunta della Procura e della Guardia di Finanza - di avere gonfiato i bilanci per far apparire sano lo stato di salute dell'istituzione, contabilizzando residui attivi inesistenti, per decine di milioni, e per aver sottratto, anche a scopi personali, beni e denari pubblici contribuendo in tale modo a svuotare le casse dell'università'. I capi di imputazione nei loro confronti sono: falsità ideologica in atti, abuso di ufficio e peculato.

 

«La decisione di conclusione - si legge sempre nella nota - delle indagini è stata depositata dal procuratore della Repubblica e dai sostituti titolari dell'inchiesta lo scorso 10 novembre e non l'8 novembre. Il provvedimento si sottolinea riguarda 18 indagati e non 23. La posizione degli altri indagati precisa la nota «è stata separata, è ancora al vaglio dell'autorità giudiziaria ed è coperta dal segreto investigativo». La procura - si precisa nella nota - «stigmatizza la violazione del segreto investigativo che ha caratterizzato ripetutamente la presente indagine anche in fase di estrema delicatezza e importanza» ma aggiunge «di essere consapevole dell'importanza della libertà di stampa, costituzionalmente tutelata e dell'interesse pubblico alle notizie correlate alla presente vicenda». Inoltre sottolinea ancora che «non può essere accettata la violazione del segreto investigativo anche in ragione del fatto che la pubblicazione di notizie o fatti coperti segreto nuoce alle attività di indagine».