Siena, 31 agosto 2011 - Il suo Mississippi ha vinto il Palio di luglio. Sarebbe normale per un proprietario esultare, specie se è la prima volta che un proprio soggetto porta il Drappellone in una Contrada. Ma per Osvaldo Costa, torraiolo prima che cavallaio, il discorso è del tutto diverso. «Ovvio che non ho festeggiato il successo di Mississippi nell'Oca - racconta dopo un mese di silenzio - ; anzi, subito dopo Provenzano me ne sono andato all'estero. La 'purga' è stata più forte della felicità per la prestazione del cavallo».

Ci sono tante voci adesso sul campione di luglio: potrebbe restare nel box per l'Assunta?

«L'ho iscritto alla previsita. Ad ora l'orientamento, a livello personale, è di metterlo a disposizione (fa una pausa, ndr). Poi, comunque, vediamo. In settimana vado a dargli un'occhiata a Grosseto per controllare la condizione».

Sono stati tanti gli sfottò nei tuoi confronti da parte di Fontebranda dopo la Carriera.

«Ero all'estero, come detto, però mi teneva aggiornato mia figlia. Il destino è stato beffardo. Ho sempre creduto che fosse un cavallo competitivo, ma era anche il suo primo Palio. Si contano sulle dita i nomi che hanno vinto al debutto (Già del Menhir nel 2008, Caro Amico nel 2006, Donosu Tou nel 2004, Berio nel 2002 per esempio, ndr). Non mi sento colpe particolari: se la ghiandina è andata lì...».

Nel 2001 Costa aveva portato nella Torre la sua Alesandra quando andò a prendere il cavallo. Che era all'esordio ma non vinse.

«Vero. Era il 2001, ad agosto. All'epoca ero il proprietario».

Insomma, ad oggi non si sa ancora se Mississippi ci sarà.

«Se lo porto, magari tocca a Salicotto e poi ci vince... questo sarebbe davvero un bel sogno. Un sogno nel cassetto. Altrimenti potrebbero mettere dentro il mio cavallo nuovo, Nestore, che ho in sieme a Rio (Citernesi, ndr)!».