Siena, 28 giugno 2011 - Non si è fatto vedere molto in giro in questi giorni ma a luglio sarà tra i dieci fantini al canape. Luca Minisini detto Dè, il livornese dalle mani d’oro.
Quest’anno ti viene attribuita una forte vicinanza alla Chiocciola, poi anche al Valdimontone e all’Istrice...
«La Chiocciola è una Contrada dove posso andare a montare ma non ho davvero niente di concreto ancora. Le chiacchiere sono tante, ho anche un’altra quindicina di monte aperte, quelle di scorta...».
Eppure fino all’anno scorso le stesse voci ti davano molto vicino alla Tartuca. Cosa e quanto è cambiato in quest’anno?
«Sicuramente la Tartuca non l’ho vicina come poteva essere l’anno scorso, la contrada di Castelvecchio ha cambiato le strategie, mi pare giochi molto più in difesa che in attacco».
Tralasciando le singole contrade, in generale ritieni che il gioco in difesa paghi rispetto a quello in attacco?
«No. Alla fine paga giocare in attacco: quando sei arrivato davanti all’avversaria l’hai già battuta. Se poi non si ha il cavallo competitivo devi fare in altro modo».
Un modo, anzi un ruolo che Luca Minisini sarebbe pronto ad accettare, se gli venisse offerto?
«No, assolutamente. Forse quando sarà il momento potrei farlo, chissà... ma per fortuna non è ancora il tempo di accettare certi ruoli».
Al rientro dopo un 2010 decisamente negativo. Una squalifica e un Palio non corso nella Giraffa, con Guschione...
«Annata negativa è dire poco, non ci ho messo mano».
Eppure quando sei arrivato a siena dicevano che avevi le mani d’oro, dove sono finite?
«E’ arrivata l’ora di tirarle fuori. L’invernata è stata piuttosto positiva sul fronte dei contatti con le contrade, non parto con nessuno, aspetto l’assegnazione. E’ la verità».
Che effetto fa trovarsi tra i fantini di seconda fascia, nella scelta dei capitani?
«Piacere di certo non fa anche perchè ho molto orgoglio personale. Ho diversi cavalli ma dipende tutto dall’assegnazione».
Quanto dei tuoi ultimi anni, dalla vittoria del 2002, è dovuto alla sfortuna e quanto errori personali?
«Un 50 e 50. Per parecchi anni sono stato abituato bene, fin dall’inizio una prima scelta quindi è ovvio che non faccia piacere questa situazione ma onestamente io mi sento sempre il solito di quando ho vinto, lo stesso degli ultimi anni perché comunque ho fatto bene spesso, ultimamente. Mi manca l’occasioen giusta per far vedere che sono ancora io, ancora da corsa. Spero siam lontano il momento di fare scelte diverse, non mi sento pensionabile e anche se il Palio non perdona, finché so che sono da corsa, ci voglio provare».
Quali gli errori che non ripeteresti, se potessi tornare indietro?
«Alcune scelte azzardate nel montare certi cavalli invece che altri, ho sbagliato in qualche Palio ma poi ho fatto anche molto bene in altre occasioni».
Verissimo. Ma alla fine contano i fatti...
«Eh sì. In Contrada un capitano porta sempre meglio chi ha appena vinto rispetto a chi ha fatto un bel Palio e c’è sempre qualcuno che ti passa avanti, con gli anni».
Che ne dici del lotto di luglio? Come sarà?
«Se i capitani sono furbi quelli buoni li tengono perché se si deve andare a scegliere quelli visti all’alba di stamani, c’è da stare poco allegri. Più si scelgono i meglio, meno si va a cadere in quelli peggio. Ovvio. E credo che dopo stamani i capitani se ne siano resi conto».