Siena, 25 novembre 2010 - LA BUONA notizia arriva dalle parole dell’assessore provinciale Simonetta Pellegrini: è l’apertura, prevista entro il 2010, di una struttura di accoglienza per donne che hanno subito violenza. Avrà un indirizzo segreto, così da diventare un porto sicuro, e servirà per aiutare le vittime a costruire un percorso che le aiuti a guardare avanti, rompendo le catene – spesso psicologiche – che le legano a contesti violenti. La ‘casa rifugio’ – insieme all’attivazione di una rete di punti di emergenza, aperti 24 ore su 24 e dislocati su tutto il territorio senese – è la risposta dell’amministrazione provinciale a un preciso impegno preso lo scorso anno e annunciato ieri durante la riunione del Tavolo Interistituzionale contro la violenza sulle donne.

 

Il Tavolo, partito nel 2007, vede riunite tutte le principali istituzioni del territorio, da quelle politiche alle forze dell’ordine, dalle istituzioni sanitarie alle associazioni che lottano quotidianamente per le pari opportunità.

 


Del resto, per quanto la violenza sulle donne suoni spesso come un fenomeno lontano, relegato a contesti border line, distanti dall’immaginario comune, le realtà è purtroppo molto diversa. E i dati dell’Osservatorio sociale disegnano una fotografia del nostro territorio tutt’altro che rassicurante. «Dal 2008 a oggi — spiega, infatti, la responsabile dell’Osservatorio, Paola Balzamo — sono 287 le donne che hanno chiesto aiuto dopo aver subito violenza. Nell’85 per cento dei casi, si è trattato di violenza tra le mura domestiche». Tutte le famiglie sono coinvolte, quelle italiane come quelle straniere: addirittura il 52,9% delle vittime è sposato, quasi il 37% lavora stabilmente. Situazione che sembrerebbero «normali» e che invece spesso nascondo veri incubi.

 


«Nel 64,1% dei casi — prosegue Balzamo — l’aggressore è il coniuge o il partner attuale, mentre nel 16,8% dei casi è l’ex partner o l’ex marito. Nell’8% i maltrattamenti sono causati da un familiare, nel 4,2% da un collega o superiore di lavoro, nel 3,4% da uno sconosciuto e nel 3,1% da un conoscente. Andando ad analizzare il tipo di violenza subita, dai dati emerge che la causa principale del disagio è il maltrattamento psicologico (72,1%), cui segue il maltrattamento fisico (64,5%)». Insomma, situazioni terribili che nella maggior parte dei casi riguardano anche figli minorenni: il 67,8% delle donne che hanno subito violenza, infatti, dichiara la presenza di minori.

 


Un fenomeno tristemente vicino che le istituzioni hanno il dovere – e la volontà – di affrontare.
«Dobbiamo rafforzare il nostro impegno – afferma l’assessore Pellegrini – sul fronte della formazione per un’effettiva integrazione professionale, istituzionale e gestionale. Nel 2010, Azienda Asl 7 e Provincia hanno promosso un corso di formazione per rispondere ai bisogni delle vittime al quale hanno partecipato 160 persone tra medici, infermieri, assistenti sociali, volontari e forze dell’ordine».