Siena, 29 ottobre 2010 - "Roba vecchia". Silvano Focardi e Piero Tosi, il rettore uscente e il suo predecessore, bollano così la notizia, diramata nella mattinata di ieri da un comunicato della Guardia di Finanza, della loro presenza tra le 27 persone che sono state iscritte nel registro degli indagati nell’inchiesta sul dissesto economico dell’ateneo per reati che vanno dal peculato alla truffa, dalla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici (è il loro caso) fino all’abuso d’ufficio. Il loro coinvolgimento sarebbe relativo ai bilanci presentati dall’ateneo negli ultimi anni. I loro sono gli unici nomi — oltre a quello già noto di Gioffrè — annunciati dalla Finanza.

 

Sugli altri 24 si sono rincorse ieri voci su direttori amministrativi, revisori dei conti, dirigenti dell’area contabile e forse anche presidi di facoltà. "Tutto risale a due anni fa, quando fummo noi a chiedere un incontro con il pm Formisano per chiarire le cose, purtroppo noi eravamo assolutamente all’oscuro di tutto. Avemmo a suo tempo l’avviso di garanzia, due anni fa: la novità non so dove stia", ha detto ieri Piero Tosi, specificando che il rettore è un organo politico e che dei conti si occupano gli amministratori, ricordando anche il confronto all’americana fatto in procura con il ragioniere capo dell’epoca per dimostrare che lui non ne sapeva assolutamente nulla. "Sono stato rettore negli ultimi quattro anni e mezzo e certamente sono colui che ha firmato tutti gli atti in questo periodo — è stato invece il commento di Silvano Focardi —. E’ normale che se c’è un’indagine riguardi anche me, in quanto responsabile dell’ateneo, al vertice del consiglio di amministrazione e del senato accademico. E’ giusto che venga fatta un’indagine, ho fiducia, consapevole del mio operato".

 

Il rettore in carica, il cui mandato scade a fine settimana, era ieri a Roma per gli incontri al Miur e al Mef di cui leggete a parte. A poca distanza da quegli uffici dove, invece, nella giornata di mercoledì è arrivato lo stop momentaneo al decreto di nomina, già pronto, del suo successore Angelo Riccaboni (nella foto). Già pronto ma sospeso, in attesa del parere dell’ufficio legale del ministero. Un riscontro dovrebbe arrivare oggi, o comunque in tempo utile per dare all’università di Siena un rettore dopo il 31 ottobre, quando scade il mandato di Focardi. E il rischio, con il passare delle ore, è che sarà un fine settimana thrilling. Fino a domenica sera quando potrebbe arrivare, nell’Ateneo, semi-deserto, il fax contenente la decisione assunta dal ministro Maria Stella Gelmini sul caso Siena.

 

La titolare del dicastero dell’Università nella tarda serata di ieri non è stata tenera. "Il dissesto finanziario dell’Università di Siena è inaccettabile — ha dichiarato —. Si tratta di un caso di gestione economica irresponsabile sul quale occorre fare piena luce nel più breve tempo possibile. Sono sicura che la magistratura accerterà tutte le responsabilità". Ma in attesa dei tempi della giustizia, però, la decisione resta nelle sue mani. Nomina a Riccaboni o, come atto di autotutela se ci fossero dubbi sulla sua elezione, nuove elezioni, con eventuale proroga di Focardi. Queste le principali ipotesi sul tavolo. Anche se gli ultimi eventi sembrano spingere i tecnici verso una terza soluzione: il commissariamento. Un’ipotesi che sembrava scartata, visto che non è prevista dall’ordinamento. Ma contemplata nel disegno di riforma che porta il nome della Gelmini, prima dello stop in parlamento. Siena potrebbe, insomma, diventare un laboratorio nazionale.