Siena, 29 aprile 2010 - Il giorno dopo la sentenza che di fatto ha spazzato via tutte le accuse, esclusa una e relativa alle firme apposte su due delibere di altrettanti concorsi, mosse dalla Procura della Repubblica al professor Piero Tosi, troviamo l’ex rettore al lavoro. E’ naturale parlare del processo, del passato e anche del futuro.

 

Nei sette anni — tanto è durato questo processo — ha mai provato la voglia di ribellarsi?
"No. Ho aspettato fino in fondo. Nonostante i tanti problemi che la giustizia ha, io continuo a crederci. Certo non si può accettare che un problema amministrativo (tale era quello relativo ai due bandi per gli altrettanti concorsi, uno del 30 marzo 2004 e l’altro del 29 settembre 2004, per questo i giudici hanno inflitto al professor Tosi una condanna a nove mesi di reclusione con tutti i benefici di legge ndr) diventi un problema penale. Questo proprio non lo perdono, così come non posso perdonare i tempi biblici del processo. Non dimentichiamo che è durato sette anni".

 

Lei è stato rettore dell’università di Siena e successivamente è diventato un punto di riferimento per l’università italiana poi qualcosa ha iniziato a vacillare...
"Nel 2006 sono stato sospeso da presidente della Conferenza dei rettori perché c’erano delle accuse contro di me. A distanza di anni appare evidente che si trattava di un castello di carta. Il gup ha disposto l’archiviazione sulle ipotesi di reato a carico del professor Caporossi sulla formazione della commissione del concorso di ricercatore in Oculistica vinto poi da mio figlio. Il gup di Siena ha disposto l’archiviazione sulle ipotesi di reato formulate a carico della commissione di concorso di cui sopra, e sempre il gup ha disposto l’archiviazione sulle ipotesi di reato formulate a carico di mio figlio sulla compilazione del curriculum. E ancora: il tribunale di Siena mi ha assolto con formula ampia dall’accusa di concussione ai danni del dottor Mastrangelo, che era candidato al concorso di cui sopra e sono stato assolto con il dottor Caronna, allora direttore amministrativo dell’Ateneo, dalle accuse per il contratto post pensionamento che, secondo appunto l’accusa, gli avrei fatto per compensarlo di avermi aiutato nella concussione nei confronti del dottor Mastrangelo, infine sono stato assolto con formula ampia per la nomina a direttore di Dipartimento del professor Aldo Caporossi".

 

Nei suoi anni come rettore ha mai avuto la tentazione di fare il politico?
"Mai. Ho fatto l’universitario e il rettore. C’è stato un momento in cui mi fu chiesto di entrare in politica e fare il sindaco. Dissi di no perché non me la sentivo".

 

Forse questo ha influito negativamente?
"Non sono mai stato un politico, né ho mai fatto politica. A quel tempo dissi di no, perché consapevole di non avere i requisiti per fare il sindaco".

 

Qual’è il futuro del professor Tosi?
"Tra qualche mese al compimento del settantesimo anno di età (il 4 luglio ndr) andrò in pensione. Devo scrivere ancora per l’università e anche una prefazione al libro sugli anni dell’università durante il mandato del ministro Letizia Moratti. Nello scrivere ho riscoperto che ha fatto tante cose buone. E’ stato piacevole. Durante quella legislatura abbiamo condiviso progetti e altre volte non ci siamo trovati d’accordo. Un peccato che certe idee non siano andate in porto come per esempio l’agenzia di valutazione dell’università. Lei aveva tanti dubbi e poi costava molto. Oggi invece è uno strumento fondamentale".