Siena, 28 aprile 2010 - Truffa, abuso d’ufficio, tentata concussione, falsità materiale e minacce: accuse che per sette anni hanno pesato sull’ex rettore dell’università di Siena, Piero Tosi, sul professor Aldo Caporossi responsabile della struttura complessa di Oculistica al policlinico senese, su Iolanda Cei ex direttore generale nello stesso ospedale e su Antonio Caronna che al tempo dei fatti era direttore amministrativo dell’Ateneo della città del Palio. Ieri i giudici del collegio hanno praticamente "spazzato" via quasi tutte le imputazioni. L’unico ad essere condannato — attenuanti generiche e sospensione della pena — a nove mesi di reclusione è stato il professor Tosi per aver firmato due concorsi (medicina legale e chirurgia plastica) deliberati a maggioranza dall’università ma che secondo il pm non erano stati banditi con procedure corrette.

 

"Sono stato ritenuto colpevole per una banalità amministrativa — ha affermato l’ex rettore dopo la lettura della sentenza". Prima ancora Piero Tosi era stato assolto per ben tre volte su altre vicende di cui una legata al concorso vinto da suo figlio. "Appare evidente che si trattava di un castello di carta. Eppure ho subito per anni la gogna mediatica sulla stampa locale e nazionale, in alcune pubblicazioni dell’università e nei blog dei cosidetti colleghi e fui sospeso da rettore quando ancora ero presidente della Conferenza dei rettori".

 

Intanto andava avanti il processo conclusosi ieri dove c’era di tutto e di più — concorsi ritenuti non corretti dal Pm, nomine che avevano portato vantaggi patrimoniali, attività professionale extramoenia — compresa una parte civile (il dottor Domenico Mastrangelo) che sosteneva di essere stato indotta da Tosi e Caronna a rinunciare dal partecipare ad un concorso per ricercatore. I giudici hanno respinto le sue richieste e hanno assolto da tutti i reati Caporossi, Cei e Caronna e da quasi tutti, eccetto uno, Tosi. "Per sette anni ho continuato a lavorare tra numerose difficoltà — ha affermato il professor Aldo Caporossi —. Non è stato facile. Il lavoro è stato sempre alla base della mia vita e quanto deciso stasera dai giudici faccia chiarezza anche in coloro che hanno dubitato della mia onestà".