Siena, 22 febbraio 2010 - Due colpi sparati a bruciapelo hanno squarciato il silenzio della notte a Isola Scalo, nel comune di Asciano, a sette chilometri da Siena. Due colpi che non hanno dato scampo a Lorenz Lama, 27 anni, albanese, con un regolare permesso di soggiorno. Il ragazzo si è accasciato al volante della sua Fiat Punto senza nenanche rendersi conto di quello che stava accadendo. Con uno o due killer in fuga nel pieno della notte, braccati da decine e decine di carabinieri che, non appena è scattato l’allarme, hanno disposto posti di blocco in tutta la provincia e messo in atto una caccia all’uomo che, nel momento in cui andiamo in stampa è ancora in corso.

 

Tutto è cominciato poco dopo le 23 in via Toscana a Isola Scalo, Lorenz Lama è a bordo della sua auto e stava parcheggiando proprio sotto il palazzo in cui abita con il fratello e la cognata. Sta facendo manovra quando dalla penombra un’auto, una monovolume, piomba all’improvviso sulla fiancata lato guida. Un colpo violento. Ma il giovane non riesce neanche a rendersi conto di quanto sta accadendo, che il finestrino della Fiat Punto esplode sotto i colpi di una pistola. Tre proiettili raggiungono Lorenz Lamia (uno alla testa, gli altri due al torace) che si accascia sul volante. Mentre il killer o i killer si danno alla fuga. I Colpi d’arma da fuoco richiamano l’attenzione del fratello di Lorenz che scende immediatamente in strada per soccorrere il fratello. Fa solo in tempo a scorgere l’ombra della monovolume utilizzata dagli assassini allontanarsi in fondo alla strada. Altri vicini chiamano il 112.

 

"Correte stanno caricando una persona di forza su un’auto", dichiara la voce al telefono con i militari dell’Arma. Immediatamente scatta l’allarme e sul posto vengono fatte convergere numerose gazzelle. Arriva anche un’autoambulanza del 118 per prestare soccorso al giovane in quel momento ancora in vita. Ma la corsa verso il pronto soccorso delle Scotte non è sufficiente. Subito dopo l’arrivo in ospedale Lorenz Lama è deceduto. Intanto in via Toscana a Isola Scalo, sono arrivati gli uomoni del reparto operativo dei carabinieri e anche i magistrati, il dottor Nicola Marini e la dottoressa Francesca Firrao, che hanno immediatamente cominciato ad ascoltare le testimonianze del fratello di Lama e degli altri residenti.

 

Tutto comunque lascia supporre che si sia trattato di una vera e propria esecuzione. Ma originata da cosa? Da uno sgarro? Da contrasti all’interno delle bande albanesi che gestiscono il traffico di sostanze stupefacenti nel territorio provinciale? O nell’ambito dello sfruttamento della prostituzione? Tutti interrogativi cui cercheranno di dare delle risposte gli investigatori dei carabinieri che, nella notte, subito dopo l’omicidio si sono messi al lavoro per cercare di assicurare nel più breve tempo possibile gli autori di questo efferato delitto. Intorno alle 24 nei pressi del cimitero d’Arbia è stata ritrovata la monovolume utilizzata dagli assassini, che prima di abbandonarla l’hanno incendiata, per cui sono intervenuti anche i vigili del fuoco.

 

Secondo una prima verifica l’auto risulterebbe essere stata rubata poche ore prima a Prato. Ma c’è anche un’ulteriore elemento inquietante. Sempre ieri sera un’altra auto, rubata poche ore prima a Prato, è stata ritrovata bruciata poco fuori San Gimignano. C’è un collegamento tra le due vetture e l’esecuzione costata la vita al giovane Lorenz Lama? Interrogativi su cui stanno lavorando gli investigatori che nelle prossime ore ascolteranno anche i colleghi di lavoro del ristorante, poco fuori porta Camollia dove Lama faceva il cameriere.