Le grandi aziende italiane: "Imprenditori ko causa pressione fiscale, serve inversione di tendenza"

Telecom Italia, Pirelli e Unicredit sul palco di Crescere tra le righe. A rappresentarle, rispettivamente il presidente Giuseppe Recchi, il presidente e amministratore delegato Marco Tronchetti Provera e il vicepresidente Fabio Palenzona

Da sinistra Recchi, Palenzona, Tronchetti Provera e il moderatore Gramellini (Foto Germogli)

Da sinistra Recchi, Palenzona, Tronchetti Provera e il moderatore Gramellini (Foto Germogli)

La Bagnaia (Siena), 22 maggio 2015 - L'Italia ha grandi possibilità, la sua gente lavora e produce. Ma manca la voglia e la possibilità di fare squadra. Unicredit, Telecom Italia e Pirelli si sono ritrovati sul palco rispettivamente con il suo vicepresidente Fabrizio Palenzona, con il presidente Giuseppe Recchi e con il presidente e amministratore delegato Marco Tronchetti Provera. "Ci sono tanti imprenditori appassionati e bravi in Italia - dice Tronchetti Provera - C'è una grande capacità individuale ma poca capacità di interagire". Il tema su cui si è discusso era "I media, la democrazia incompiuta e la società scontenta". "Non si è mai aperto un serio dibattito sul perché le aziende vanno via dall'Italia - ha detto Tronchetti Provera - Si parla molto di quanto guadagnano le aziende o di quanto perdono ma non si raccontano mai abbastanza le storie dei bravi imprenditori". 

Palenzona si è soffermato sul tema della fuga dei cervelli all'estero. "Tanti anni fa - dice - i giovani andavano via dall'Italia ma avevano un obbiettivo preciso: quello di ritornare. Cosa che oggi non accade. L'amore  verso il nostro Paese è scemato. Serve riaccendere l'entusiasmo". Da qui al parlare delle aziende italiane che scappano all'estero il passo è breve. "La globalizzazione ha creato due piani. Oggi molte regole non dipendono da noi ma non dipendono addirittura neanche dall'Europa. Però ci sono molti settori in cui l'Italia nel mondo può battere tutti. Ho proposto una commissione d'inchiesta che cerchi di capire perché le aziende vanno via dall'Italia". 

Sulla stessa lunghezza d'onda Giuseppe Recchi, anche lui critico verso il Sistema Italia. "C'è un'enorme massa di vincoli sull'industria italiana. Oggi molte aziende italiane scelgono di andare in austria e Svizzera. Questo accade non perché là pagano meno tasse, ma perché hanno dei servizi rapidi ed efficienti, cosa che non accade in Italia". Si arriva dunque a un vero e proprio paradosso per cui si va all'Estero ma non per risparmiare ma per avere quel supporto dallo Stato che, a parità di tasse pagate, l'Italia non fornisce.