Coppia sotto processo per sequestro di persona e calunnia

«Avete rinchiuso la ragazza, ridatecela»: la vittima afferma di aver subito violenze

La vittima racconta di essere stata segregata (foto d'archivio)

La vittima racconta di essere stata segregata (foto d'archivio)

Siena, 19 novembre 2014 - La testimonianza di una giovane donna che sarebbe stata sequestrata e violentata durante il periodo di segregazione ha lasciato più incertezze, che risposte. La presunta vittima è stata ascoltata dal tribunale e dalle parti presenti in aula (pm e avvocati) in forma protetta. La storia che emerge dal capo di imputazione e dall’istruttoria dibattimentale parte da lontano (2007) e si sarebbe consumata tra la provincia di Como e Poggibonsi. Sotto processo per sequestro di persona, calunnia, resistenza a pubblico ufficiale e violazione di domicilio sono Rosa Carla S., 53 anni e Fabio B., 58 anni, tutti e due residenti in Lombardia. 

Secondo il pubblico ministero, che a suo tempo aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio dei due, questi erano arrivati nel dicembre di sette anni fa a Poggibonsi dove Marianna C. era ospite della casa famiglia del servizio di salute mentale dell’Usl 7. Erano entrati nella struttura e contro la volontà della giovane donna (lo si legge nel capo di imputazione) l’avevano portata via fino a rinchiuderla in un’abitazione di cui la coppia aveva la disponibilità. Ancora prima avevano accusato un uomo di aver tenuto segregata quella giovane donna in un appartamento che lo stesso possedeva a Como.  Marianna C. affetta da gravi patologie psichiche attualmente è ospite di una residenza protetta ed è stata ascoltata in aula. Dalla sua testimonianza sono emersi i disagi di cui soffre tanto che l’avvocato Luigi De Mossi difensore degli imputati alla fine della testimonianza ha ribadito come fosse necessario sottoporla ad una perizia psichiatrica che stabilisca le sue capacità di intendere e di volere.

I reati contestati ai due imputati sono gravi visto che il pm del tempo li aveva perfino accusati di essere entrati nella casa famiglia del servizio di salute che ha sede a Poggibonsi e di aver avuto un comportamento a dir poco brusco. In particolare Rosa S. iniziava ad urlare: «Voglio Marianna. La tenete segregata» e nel dire questo aveva schiaffeggiato l’operatrice che quel giorno stava lavorando all’interno della struttura. Per poter entrare a cercare la giovane donna che voleva portare via da là in tutti i modi aveva forzato la porta su «istigazione» di Fabio B. Il processo a carico della coppia prosegue nella giornata di oggi, ma è verosimile che neppure questa sarà l’occasione per arrivare ad una sentenza. Questa causa penale va avanti da ben sette anni e ancora non siamo arrivati ad una decisione da parte dei giudici di primo grado.