Cinque anni dopo giustizia è fatta. Assolto il professor Walter Gioffrè

Era accusato di appropriazione indebita. Non prese i soldi del master

Il professor Walter Gioffrè

Il professor Walter Gioffrè

Siena, 10 ottobre 2015 - Per cinque lunghissimi anni il professor Walter Gioffrè ha combattuto contro l’accusa di appropriazione indebita e alla fine il giudice ha riconosciuto la sua completa estraneità e lo ha assolto con formula ampia.

La storia parte da lontano. Esattamente nel 2010 durante una verifica interna all’università l’attenzione degli investigatori si concentra sulle spese sostenute da Gioffrè nell’organizzare dei master negli anni che andavano dal 2006 al 2008. E’ nel corso degli accertamenti che gli inquirenti trovano delle «discrasie» che porteranno il professore ad essere iscritto nel registro degli indagati e poi rinviato a giudizio con la pesante accusa di essersi messo in tasca poco più di cinquantamila euro. Nell’immediatezza per Walter Gioffrè scatta perfino una misura interdittiva che lo allontaneranno dal suo lavoro per due mesi e c’è poi il sequestro sui suoi conti correnti dell’equivalente della somma che gli viene contestata.

Il professore con accanto il suo legale, l’avvocato Enrico De Martino, continua a proclamarsi innocente. Nel 2010 c’è la prima udienza di questo processo che trova la sua conclusione in primo grado solo l’altro ieri. L’avvocato udienza dopo udienza dimostra che le cose non stanno come sono state ricostruite dagli inquirenti.

Il primo elemento portato all’attenzione del giudice Gianluca Massaro è che i master sono autofinanziati e sono collaterali alle attività prettamente svolte dall’università. In particolare l’ateneo fa un prelievo iniziale che va a coprire le spese per l’utilizzo dei locali. Di più. L’agenzia a cui il professor Gioffrè si era affidato per la parte logistica era stata pagata e non erano avanzati soldi. E proprio negli anni «sotto accusa» lo stesso medico aveva donato al reparto di senologia da lui diretto nuovi strumenti. Sofisticati e all’avanguardia che permettevano di aiutare le migliaia di donne che ogni anno bussano a quella porta. Se tutto questo non fosse bastato il legale deposita i documenti di numerosi master fatti da altri docenti universitari per dimostrare quale fosse la metodologia adottata. In pratica viene smontato il castello accusatorio. Il professor Walter Gioffrè presente in aula decide di fare brevi dichiarazioni prima che il giudici si ritiri in camera di consiglio. Il professore ribadisce la sua onestà, e la totale estraneità e ancora una volta afferma che lui non ha mai rubato, tantomeno quei cinquantamila euro. Il giudice gli crede e lo assolve e decide anche che gli vengano restituiti i soldi che a suo tempo gli furono sequestrati.