"E’ illegale dare cibo ai cinghiali. Le multe non frenano il fenomeno"

Imprenditore denuncia le devastazioni nel Chianti e lancia un appello

Pagliantini ha trovato il muro dell’oliveta devastato e pane per gli ungulati

Pagliantini ha trovato il muro dell’oliveta devastato e pane per gli ungulati

Siena, 5 aprile 2015 - "Il muretto a secco dell’oliveta devastato, per l’ennesima volta. Le pietre pericolosamente in mezzo alla strada che porta a Vertine: se passa un motorino chissà cosa può accadere. I cinghiali sono ormai ospiti fissi nel Chianti». E indesiderati. Un velo di rabbia nella voce di Andrea Pagliantini, imprenditore di Gaiole che dall’86 si occupa di agricoltura. "Da settembre a dicembre succede ogni giorno perché vanno a cercare le olive che cadono, questa volta sono tornati anche a primavera, insieme a daini e cervi che mangiano le foglie degli olivi fino a metà pianta rendendola improduttiva. Una situazione – denuncia Pagliantini – non più tollerabile. Gli imprenditori non ce la fanno più a sostenere i danni".

Eppure non si sono formati comitati spontanei per risolvere il problema. Sembra tutto immobile: ciascuno corre ai ripari come meglio riesce.

"Non so spiegarmelo visto che quando si parla di coltivazioni rovinate nel Chianti vuol dire andare a toccare economia e posti di lavoro. Senza contare che si sta incidendo anche sul paesaggio".

In che modo?

"Fino a poco tempo bastava mettere intorno alle vigne un filo elettrico. Adesso non serve più, tale è il numero dei cinghiali. Ho visto con i miei occhi due maschi enormi che con la testa spingevano in avanti la rete fino ad aprire un varco fra i pannelli in modo da consentire al resto del branco di entrare. In un paio di notti hanno devastato una vigna".

Torniamo al paesaggio: come cambia?

"Si ricorre ormai a recinzioni sempre più raffinate e barriere di ogni tipo per proteggere il lavoro di un anno dalle incursioni degli ungulati. Frequento anche Montalcino e registro come nella terra del Brunello non stia accadendo la stessa cosa».

L’ha segnalato all’Atc?

"Certo, certo. Ricordando che c’è gente che pretende ancora di vivere di agricoltura mentre il territorio viene manomesso dalla presenza di questi maiali selvatici. Che oltretutto vengono ‘allevati’..."

Il fenomeno dell’appastamento?

"Guardi, ho fotografato i chili e chili di pane lasciati nei boschi insieme al mais per alimentare e richiamare gli ungulati. Una pratica illegale, che prevede sanzioni amministrative di oltre 600 euro. Neppure queste riescono però a frenare il fenomeno. Mentre i cassonetti della spazzatura si riempiono di pelli e delle interiora dei capi uccisi. Brutte ‘sorprese’ per turisti e residenti".

Soluzioni?

"Eliminare forse le zone di caccia e fare abbattimenti mirati. Non sta a me indicare una via di uscita ma occorre conciliare il diritto di coltivare un terreno senza dover erigere dei bunker o ricostruire continuamente muretti. Si metta nei panni di chi vive con l’uva che conferisce magari ad una cantina sociale...".