Cerchi nel grano nella campagna senese, arriva l'ufologo per l'analisi dei disegni

Castelnuovo Berardenga, il sopralluogo di Claudio Brunetti / MISTERIOSI CERCHI NEL GRANO, I PROPRIETARI DELLA TENUTA SPORGONO DENUNCIA

Uno dei disegni comparsi nel grano (foto Dipietro)

Uno dei disegni comparsi nel grano (foto Dipietro)

Siena, 9 giugno 2015 - «Sono disegni interessanti, per la precisione e la tecnica utilizzata». Parola di ufologo. Claudio Brunetti, responsabile di zona del Centro ufologico nazionale (con sede a Roma) ha fatto un sopralluogo ai cerchi disegnati nel campo di grano nella notte fra 31 maggio e 1 giugno, all’interno della proprietà delle Fattorie Chigi Saracini, alle porte di Castelnuovo Berardenga. La segnalazione gli era arrivata una settimana fa grazie alla Nazione, dopo la denuncia presentata dall’azienda proprietaria del terreno. «E’ un fenomeno quello dei cerchi o disegni fatti in campi di grano o orzo che ha il clou nei paesi nordici: in Inghilterra si sono avute tanti episodi – spiega Brunetti –. In Italia c’è stato il mega disegno fatto in un campo vicino a Torino: un cerchio del diametro di 200 metri; in terra di Siena ce ne sono stati in Valdichiana negli anni passati. Il comun denominatore è che si tratta di segni con una matrice religiosa, ancestrali o esoterici; compaiono di notte e il luogo scelto è lontano dagli occhi, appartato, visto che occorrono di solito diverse ore per realizzarli».

Sempre che di mano umana si stia parlando: «Di presenze non umane non posso parlare – continua –. Ci sono comunque gruppi, ‘icon makers’, che in questa forma di espressione si adoperano. Ci sono stati casi in cui alcuni individui sono stati sorpresi e segnalati. Non in questo. E qui è la prima sorpresa dell’episodio di Castelnuovo Berardenga: ovvero i due cerchi sono stati realizzati lungo la strada, appena fuori dal paese, dunque in un luogo in vista. Questo è strano. L’altra nota interessante è che comunque chi ha agito non si è improvvisato: sono due realizzazioni molto precise, fatte da esperti, da chi sa come muoversi». Si tratta appunto di due cerchi: uno più grande, vicino alla strada, del diametro di circa 30 metri, con all’interno una sorta di fiore con 5 petali; l’altro, più spostato all’interno, è invece di dimensioni più ridotte, costituito da 6 cerchi concentrici. «Il grano è piegato alla base – spiega ancora Brunetti – , ma non va verso un’unica direzione, come quando è calpestato. Il secondo poi mi ha colpito perché non ci sono tracce di come, chi ha agito, sia arrivato in quel punto. Sembra essere stata utilizzata una sconosciuta tecnica dall’alto». «Nell’anno dell’Expo e di massima attenzione alla terra, questo è solo uno spregio, oltreché un danno», commenta il direttore delle Fattorie, Roberto Vivarelli.

Paola Tomassoni