La cena della Selva: il principe-Tittia arriva a cavallo e accende l’alberone

Divertimento nel rione con tanti giovani. Targetti veste i panni dello zar

Nella Selva esplode la festa (Foto Fabio Dipietro)

Nella Selva esplode la festa (Foto Fabio Dipietro)

Siena, 4 ottobre 2015 - La festa della Torre? Ecco, se avete visto quella (splendida, sontuosa, curata in ogni dettaglio) immaginate tutto un altro ‘taglio’, immergendovi nel ventre della Selva. Altrettanto bella eppure diversa. La ‘cifra’ è rappresentata dai colori, dall’innovazione ottenuta con le piccole cose e la fantasia sfrenata che soltanto i più giovani (e gli anziani, se forti dell’esperienza) riescono a tradurre in genialità.

Stupisce l’igloo accanto all’oratorio, da cui escono ed entrano in continuazione selvaioli e visitatori, incuriositi. Ricreato in maniera certosina l’Irish pub, proprio all’inizio di una festa che è gustoso antipasto della cena della vittoria in piazza San Giovanni per 1170 persone. Di più proprio non c’entravano, considerato che i bambini sono stati concentrati in via dei Fusari. Sarà stasera, sperando che non piova anche se ieri è stato emesso un allerta meteo dalla protezione civile regionale. Siccome alcuni siti di previsioni mettono pioggia (anche lunedì) ed altri ancora neppure una goccia, non resta che attendere. E vedere chi ha ragione. L’unica possibilità, nel caso, è farla slittare.

La festa nel rione, si diceva. Aveva ragione a dire che sarebbe stata ‘fresca’ ed effervescente, Nicoletta Ligabue. Che ha coordinato i 24 gruppi di contradaioli a cui si è aggiunto, man mano che il ‘clima’ diventava bollente e la musica rendeva tiepida la serata, un fiume di selvaioli e di senesi. Di turisti e di stranieri increduli di quella trasformazione radicale nelle vie dietro il Duomo.

La mappa all’imbocco del vicolo delle Carrozze aiuta a trovare i Paesi che partecipano ad un Expo molto particolare. Quello di Vallepiatta è infatti l’«Espo» (tradotto significa ‘E’ Selva prima ovviamente’) con le ragazze che ballano il can can al Moulin Rouge francese, davanti alla stalla è stata allestita ‘La fattoria della Selva’, dai sapori tutti italiani. Barbaresco & co. ieri parlavano spagnolo, nel settore svizzero si cucinava anche spezzatino di capriolo. Suggestivo l’angolo delle zingare, preludio dei colori africani del Marocco, quindi l’Asia con le sue tradizioni.

E se le bellissime brasiliane di Vallepiatta si muovevano vicino alla Società, entrando in piazzetta della Selva sono brividi. Qui detta legge il popolo del freddo. Giusto che il capitano Luca Targetti vesta i panni dello zar di Russia e Tittia del principe che illumina la notte di festa. Arriva a cavallo, il fantino, quando è mezzanotte. Si toglie i vestiti, resta con il giubbetto. Mentre «Gli Immortali» di Jovannotti creano l’atmosfera, Tittia tocca l’alberone che si tinge di arancio e verde mentre sulla porta dell’oratorio spunta, come fosse un pugno di luce, il Drappellone. La musica entra nel sangue, inizia a nevicare. E’ inverno per tutte le Contrade. Non per la Selva. Chapeu.