Cena di Salicotto in Piazza, il consiglio va verso il sì

Il precedente della Civetta viene considerato determinante

Alcuni consiglieri attendono di riunirsi con il sindaco (Foto Di Pietro)

Alcuni consiglieri attendono di riunirsi con il sindaco (Foto Di Pietro)

Siena, 5 settembre 2015 - "Sono dell'Oca, ma il Palio è di tutti. Siedo in consiglio comunale dal 2001, dissì ‘sì’ alla Civetta nel 2009, voterò in maniera favorevole a chiunque chieda l’uso della Piazza per la cena della vittoria. Dunque anche alla Torre". Alessandro Trapassi (Siena Cambia) è trasparente come l’acqua delle Mauritius. Tanto da aggiungere: "Ogni Contrada ha diritto di allestire la propria festa nello spazio che ritiene più consono. Farla nel rione è più divertente, puoi addobbarlo liberamente senza restrizioni. Altrimenti è un po’ come andare a mangiare fuori invece che in casa. Si trasforma in una cena elegante. Ma ripeto, se una Contrada chiede la Piazza perché nel rione non c’entra, le deve essere data. Qualunque essa sia. Sono convinto però che a lungo andare si preferirà tagliare qualche posto a tavola e tornare a festeggiare in Contrada. Ha un sapore diverso".

Impossibile trovare un consigliere comunale altrettanto esplicito sulla questione nel rapido sondaggio condotto nel ‘parlamentino’ senese in vista della settimana decisiva per capire se la Torre, il 3 ottobre, potrà cenare in Piazza. Come la Civetta nel 2009 dopo 30 anni di digiuno. Ecco la parola chiave: Castellare. Ossia precedente. "Come si fa a dire ad una Contrada sì e ad un’altra no? Sono d’accordo a concedere il Campo alla Torre – dice Mauro Marzucchi (Siena futura) –, i numeri delle cene della vittoria nelle Contrade stanno crescendo, c’è chi non è in grado di accogliere tutti nel territorio".

Poi chiosa: "L’obiezione più importante è la tradizione. Se Comune e Contrade stessero più attenti a quest’ultima nelle cose importanti...Si perdono tanti valori". "Se esistono dei precedenti la Piazza verrà utilizzata ancora", cesella il concetto Enrico Tucci (Cittadini di Siena). "Non mi esprimo ma a livello personale – spiega il consigliere Pd, torraiolo, Gianni Guazzi – la Piazza è un bene di tutti e della città, perché non festeggiare qui? Concetto generale che avrei espresso anche se la questione avesse riguardato l’Oca".

"Tendenzialmente favorevole continuando a discuterne, però, per non continuare a gestire l’emergenza", assicura Simone Vigni (Pd). Insomma, per Salicotto il vento sembra soffiare in poppa anche se la richiesta è stata presentata (forse) un po’ tardi costringendo a un tour de force visto che l’Onda ha detto ‘no’ alla sua parte di Piazza del Mercato. Abbastanza compatto il Pd (da Katia Leolini a Giulia Periccioli, da Rita Petti a Ivano Da Frassini) nel voler attendere la riunione con il gruppo, probabilmente già lunedì.

"Importante l’incontro di stasera (ieri, ndr) con il sindaco – spiega Carolina Persi (Pd) – per capire l’eventuale iter tecnico unitamente alle motivazioni. Magari un numero elevato di persone coinvolte, se rappresenta una soluzione migliore invece di creare problemi di transito e parcheggio nel rione".

Prudenza, dunque. Ma nessuna chiusura. Poi c’è chi, vedi Federico Nesi (Pd), a livello personale spiega che preferirebbe "venisse allestita in piazza del Mercato. Però non vuol dire che ho già scelto".Se Pasquale Cappelli (Siena Cambia) invita ad "accortezza e responsabilità", il compagno di gruppo Lorenzo di Renzone chiama in causa il precedente della Civetta auspicando però di "sentire il Magistrato, insomma l’umore delle Contrade".

Il nodo, infatti, è che due deroghe alla fine impongono un ragionamento a tutto tondo sull’uso delle piazze. Bisogna vedere se c’è il tempo per farlo adesso (assai difficile) oppure sarà questione invernale. "Non ho dubbi: sarei contrario perché è una zona neutra però atteniamoci al precedente: voterò a favore", taglia corto Giacomo Vigni (Sel).

"Prima voglio capire e percepire l’umore delle Contrade, poi decido", annuncia Pasquale D’Onofrio (Gruppo misto). "Intendo studiare per non commettere errori o danneggiare la città – ammette Laura Sabatini (Siena Cambia)– però da mio marito, selvaiolo doc, ho sempre sentito dire ‘ognuno nel suo rione’".