Seicento presenze nei campi. Ma il numero sale con gli abusivi

Aperture, chiusure e trasloschi: l’universo fluido degli insediamenti rom

Campo nomadi (foto d'archivio)

Campo nomadi (foto d'archivio)

Pisa, 28 agosto 2015 - Cinque campi regolarmente censiti dall’amministrazione, tre insediamenti abusivi, 185 persone senza regolare permesso di soggiorno e oltre 530 nomadi sparsi per tutto il territorio pisano. Sono questi i numeri, secondo i dati più aggiornati della Società della Salute, relativi alla presenza della popolazione rom e sinti a Pisa. Abitano in veri e propri villaggi, divisi per nuclei familiari, che contano dai 25 agli oltre 300 individui. I campi non abusivi sono quello di Coltano – nato con il progetto Città Sottili, che ha visto l’affidamento di case comunali ad alcune famiglie di nomadi –, di viale D’Annunzio all’ex-ittiogenico, della pineta in via Bigattiera e il campo di Oratoio, a ridosso della zona industriale di Ospedaletto, infine sotto l’argine di San Casciano, frazione di Cascina. 

Solo in questi cinque insediamenti il numero delle persone si aggira intorno alle 600 presenze, oltre 300 dei quali esclusivamente nella zona industriale. Ma il conteggio non può essere più preciso, visto che all’appello mancano i rom dei campi abusivi che si trovano vicino all’uscita Navacchio della superstrada, nei pressi dell’Aurelia in Barbaricina (ospitati in una proprietà privata) e alla fine del viale a mare di Calambrone, a due passi dalla foce dello scolmatore. Alcune roulotte sono inoltre sparse nella zona di Coltano, vicino all’accampamento censito. 

Raffrontata con quella del 2002, la cifra del censimento non è poi così diversa, superando la prima di una quarantina di individui. Ma negli anni scorsi l’emergenza era ben diversa, con punte di presenze che sfioravano i 1000 rom in città. Con «Città Sottili» molti nuclei familiari hanno trovato una sistemazione all’interno di case popolari e villette comunali, alimentando non poche polemiche rivolte alla scelta dell’amministrazione. Ma dal progetto sono rimasti esclusi tutti i nomadi di origine rumena arrivati in Italia dopo il 2002, determinando l’aumento dei campi abusivi. Alcuni sono già stati rimossi dalle autorità.

Uno tra i più grandi era quello nato sulle sponde del fiume Arno, vicino al quartiere del Cep, quindi sotto il ponte delle Bocchette (dove ora è sorta un’isola ecologica) e nei locali privati dell’ex- Pelle Rossa, ad Asciano. Carovane di nomadi sostavano anche vicino alla cava di Nodica, frazione vecchianese, ma qualcuno ha pensato di risolvere il problema raggiungendo il posto nella notte e, lontano da occhi indiscreti, ha creato una specie di dosso di terra e detriti che non permette l’accesso all’area del parcheggio usato dai rom.

Una situazione di convivenza che, nei mesi scorsi si è fatta incandescente nei quartieri vicini agli accampamenti più grandi. Nei prossimi mesi alcuni nuclei familiari verranno alloggiati in appartamenti popolari sparsi in varie zone della città, diminuendo ulteriormente il carico umano presente negli insediamenti abusivi, poco controllabili anche dal punto di vista della sicurezza, oltre che delle misure igienico sanitarie talvolta al limite della dignità umana.