Calcio, l'ipotesi Maurizio Mian per la Robur: «Sono un vero amico del Siena»

L'imprenditore ammette: «Chiamato in causa da amici. Entro in società? Al 97% no» ULTIMATUM DEI TIFOSI / LA RICHIESTA DEI TIFOSI AL SINDACO / GIOVANNI GALLI: "PER RIPARTIRE SERVE UN PROGETTO ECONOMICO CREDIBILE / IL SIENA FA CRAC / LA REAZIONE DEI TIFOSI / IL SALVATAGGIO FALLITO / IL COMMENTO / L'EDITORIALE: LE PAROLE E GLI STRUZZI

I tifosi della Robur

I tifosi della Robur

Siena, 22 luglio 2014 - «Ho amici a Siena e la squadra e la città mi sono simpatiche». Le parole sono quelle di Maurizio Mian imprenditore di 58 anni ed ex industriale farmaceutico, attualmente alla guida della Gunther Corporation, società con interessi svariati come ad esempio nel campo dell’editoria, in quello degli immobili di lusso e anche nella produzione di fiction e sport.  Mian è anche socio del quotidiano l’Unità, con qualche frizione nell’ultimo periodo. 

Nel mondo del calcio c’è già stato, impossibile non ricordarlo. Successe nel periodo del 2002 al 2005 quando diventò presidente della squadra della sua città natale, il Pisa, per rimetterla in piedi e poi venderla. Ma cosa centra l’ex patron nerazzurro con il Siena? Per adesso non molto ma nei prossimi giorni, addirittura nelle prossime ore lo scenario potrebbe cambiare completamente e venire stravolto, anche se è quasi impossibile strappare un’ammissione allo stesso Maurizio Mian è davvero difficile. Cordiale e disponibile, l’imprenditore pisano non vuole assolutamente sbilanciarsi, al contrario rimane abbottonatissimo e prova ad accendere la luce su altri in chiave Robur quasi a voler, almeno per il momento, restare in disparte a vedere quello che accade. 

«Il Siena? Negli ultimi anni ho fatto il tifo per la squadra bianconera — ci confessa al telefono — e continuerò a farlo anche in futuro. La città è belissima e io ho davvero tanti amici. Qualche tempo fa me ne sono interessato, ho dato dei consigli e parlato con i vertici, seguendo la situazione. Adesso mi pare che dopo il fallimento ci sia molta confusione e visto che l’anno prossimo ripartirà dalla serie D possiamo dire che c’è stata una doppia retrocessione». Quindi nelle parole di Mian quella che sembra una chiusura. «Credo — dice — che la mia esperienza nel calcio sia finita ed in questo momento non mi ritengo un candidato ad entrare nella società bianconera». Poi però... «Ci sono molte cose da vedere e da capire — aggiunge l’imprenditore pisano —, soprattutto come si orienterà la situazione. Siccome non c’è troppa chiarezza in questo momento preferisco non parlare. Ho sentito e letto sui giornali di persone interessate, bisogna aspettare che la situazione si chiarisca ad ogni livello. Può succedere davvero di tutto...». 

Quindi ecco il classico giochino delle percentuali, che è lo stesso Maurizio Mian, senza la richiesta specifica di chi scrive, ad introdurre. «Io non credo — ribadisce — di fare parte della nuova società. Diciamo che al 97 per cento sono fuori, mentre il restante 3 lo lascio in sospeso perché non si sa mai cosa può accadere nella vita. Del resto — conclude Mian — vedo davvero molto interesse intorno alla società e credo che in qualche modo si troveranno davvero i soci giusti per far rinascere il calcio in quella splendida città che è Siena». Adesso resta da capire se la piccolissima percentuale che Mian ha lasciato in sospeso nelle prossime ore è destinata ad aumentare oppure a svanire del tutto. Questione di poco e sapremo.