Cadavere trovato nel fosso. Dall’autopsia le prime certezze

L’esame medico legale ha stabilito anche la data della morte

Carabinieri

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Siena, 11 settembre 2015 - Dall'autopsia fatta ieri sul cadavere dell’uomo rinvenuto tre giorni fa in un fosso sotto Radicofani arrivano le prime certezze, se pur parziali. L’esame medico legale durato oltre tre ore è stato eseguito dal professor Mario Gabrielli su incarico del pm Andrea Boni. Prima ancora i carabinieri di Montalcino e Radicofani avevano ultimato dei sopralluoghi iniziati nella giornata di mercoledì alla ricerca dei vestiti del morto trovato nudo e in avanzato stato di decomposizione. Abiti e scarpe non sono stati trovati. Secondo fonti vicine all’inchiesta il medico legale non avrebbe riscontrato ferite riconducibili ad una morte violenta. Sulla salma, dunque, non ci sarebbero, fori di proiettile, né fratture riconducibili ad un corpo contundente.

Quale è stata, quindi, la causa scatenante della morte? Al momento non ci sono risposte certe. Saranno i successivi esami di laboratorio a stabilire cosa abbia provocato il decesso. E ci vorranno settimane anche per avere i risultati del dna. Solo in questo modo sarà possibile dare un nome un cognome certi a quel cadavere. Gli uomini dell’Arma un’identità ce l’hanno, ma al momento preferiscono non divulgarla. Nel corso dell’esame medico legale sono stati eseguiti, tra le altre cose, alcuni prelievi e inviati alla genetica delle Scotte. Così come sono state prese in parte le impronte digitali visto che alcune dita delle mani erano integre e fatti altri prelievi poi inviati alla tossicologia.

Con il trascorrere delle ore si fa sempre più concreta l’ipotesi iniziale; vale a dire che si tratti di un romeno arrivato dal suo paese natale fino a Radicofani dove avrebbe dovuto lavorare in un’azienda agricola. Era il 31 luglio quando il quarantenne giunse fino a quel podere. Poche ore di permanenza, come hanno ricostruito i carabinieri, e poi era scomparso tanto che i suoi datori di lavoro il giorno dopo (era il primo agosto) avevano fatto una denuncia di allontanamento. Nessuno fino all’altro ieri si era occupato di quello straniero. Un «fantasma» come ce ne sono tanti nel nostro Paese. Ma quel fantasma aveva un nome e forse anche una famiglia. E se davvero ci sono dei congiunti perché non l’hanno cercato? Quaranta giorni di silenzio (l’autopsia ha stabilito approssimativamente che la morte risalirebbe tra il giorno della sua scomparsa e le 48 ore successive) sono tanti. La data del decesso è stata ricavata da vari «fenomeni» evidenti sul cadavere che in varie parti era stato attaccato dagli animali selvatici.

Fin qui gli ultimi sviluppi del dramma consumatosi a Radicofani su cui ancora campeggia il mistero degli abiti scomparsi. L’uomo indossava, infatti, solo un paio di mutande; eppure quando si era allontanato da quel podere era vestito. Se anche in questo c’entrassero gli animali qualche brandello sarebbe dovuto rimanere. Invece nulla. E i cinghiali, oppure le volpi, non mangiano le scarpe. Non sono state trovate né vicino, né lontano dal corpo. Nessuno, per ora, sa spiegare cosa sia accaduto prima della morte.