L'Ateneo chiude il bilancio in utile e assume settantasei professori

Il consuntivo 2014 presenta un attivo di oltre dieci milioni di euro

Il rettore Angelo Riccaboni e il pro rettore Francesco Frati (foto Lazzeroni)

Il rettore Angelo Riccaboni e il pro rettore Francesco Frati (foto Lazzeroni)

Siena, 25 aprile 2015 - L’università è uscita dal tunnel. «Il risanamento finanziario è finito, i conti sono in ordine. Ora bisogna dedicarsi allo sviluppo» dice il rettore Angelo Riccaboni presentando il bilancio consuntivo 2014 dell’ateneo. A giustificare il suo cauto ottimismo, dopo un lungo periodo di sofferenze di cassa, è un dato: per il secondo anno consecutivo, nel 2014 il bilancio si è chiuso in attivo, con un risultato anche leggermente superiore a quello del 2013. L’anno scorso l’utile è stato di 10,2 milioni di euro, oltre un milione in più rispetto al bilancio precedente, che si è chiuso a 9,04 milioni. «Una rondine non fa primavera - ha smorzato ogni trionfalismo Riccaboni - Ma due esercizi di seguito chiusi in positivo sono la dimostrazione che stiamo percorrendo la strada giusta. Anche se non bisogna dimenticare che il contesto nazionale e internazionale non è facile».

L’Università insomma sta tornando a camminare saldamente sulle proprie gambe - è il senso del ragionamento del rettore - dopo la scoperta, nel 2008, di un buco colossale che sfiorava i 300 milioni di euro il quale ha rivelato ‘a sorpresa’ che l’ateneo era un gigante dai piedi d’argilla. Quel debito è stato drasticamente ridotto nel corso degli anni (grazie soprattutto alla vendita di due gioielli: Scotte per 108 milioni e San Niccolò per 74 milioni) e ora assomma a 28 milioni, ai quali vanno aggiunti i 60 milioni che l’ateneo ha con la Banca Monte dei Paschi sotto forma di un mutuo che costa 7 milioni all’anno. Ma l’operazione di ritorno alla normalità non è stata perseguita soltanto con la vendita degli immobili di proprietà bensì anche con una gestione oculata dell’università, sottolinea Riccaboni.

Il riferimento è alla riduzione del personale, all’eliminazione degli sprechi, alla razionalizzazione delle spese. Per avere un’idea, basti pensare che nel 2008 il disavanzo di bilancio era di 63 milioni di euro ed è rimasto negativo fino al 2012 compreso, passando dai -51 milioni del 2009 ai - 18 milioni del 2010, ai - 8 milioni del 2011 e ai - 7 milioni del 2012. Dal 2013 è iniziata la risalita verso l’attivo. La tranquillità dei conti messi sul binario giusto, ha detto Riccaboni, ha consentito all’università di poter riprendere a migliorare l’offerta formativa con nuove assunzioni. E’ già stato licenziato un bando per trenta associati. A breve ne partirà un secondo per altri trentacinque. A questi nuovi ingressi vanno aggiunti altre undici persone nell’area medica: sei professori e cinque ricercatori.

La schiarita nei conti dopo tanto buio induce il personale ad avanzare qualche auspicio sulla possibilità di migliorare le proprie posizioni. Franco Galardi, rappresentante del personale tecnico e amministrativo, ha detto di sperare che si possa avere contratti integrativi, dopo tanti anni di sacrifici. Si vedrà se queste aspettative verranno soddisfatte. Certo che grandi risorse non ci sono. Anche i finanziamenti del ministero continuano ad essere tagliati. Nel 2008 erano pari a 116 milioni all’anno ma si sono via via ridotti ai 112 del 2011, ai 109 del 2012 ai 107 circa del 2013. Una ripresa c’è stata nel 2014, con 110 milioni erogati. Un segnale di incoraggiamento che non si sa se verrà mantenuto nel futuro. Il rettore Riccaboni ci spera: «Auspico che i fondi statali riprendano a salire. Si sente parlare di un fondo per i giovani...» L’Università di Siena ritiene con la sua attività di aver dimostrato di meritare sostegno. Fra i fiori all’occhiello citati da Riccaboni ci sono i dieci corsi attivati in lingua inglese per aprire l’offerta formativa agli stranieri.

Franco Tinelli