Attentato a Nizza «Dovevo essere in quell'orrore, mi hanno salvato i guai della Robur»

La testimonianza del giovane calciatore in vacanza con la fidanzata: «Per la squadra ho anticipato la fine della vacanza»

Francesco Venuto e Ginevra Lorenzoni

Francesco Venuto e Ginevra Lorenzoni

Siena, 16 luglio 2016 - La vacanza regalo che poteva trasformarsi in tragedia e quel caos lavorativo che, per una volta almeno, salva la vita. Tanti ingredienti nel piatto del giorno, che lascia in bocca comunque un gusto dolce-amaro: Francesco Venuto, diciannovenne calciatore del Siena, era a Nizza con la fidanzata Ginevra prima l’attentato. E lì sarebbe stato ancora se non fosse tornato sulle lastre proprio per conoscere i risvolti del suo legame con la Robur (con destino stretto nella morsa di un passaggio societario che non si risolve). La storia narra del giovane Francesco, di Buonconvento, borgo dove vive ancora con la famiglia, che porta la sua Ginevra Lorenzoni, senese fresca maturanda dell’istituto Caselli, in vacanza premio in Liguria, ospite del nonno. Di lì i due decidono di concedersi un’ulteriore tappa al di là del confine, a Nizza appunto, dove restano tre giorni. «Un viaggio bellissimo in una città davvero viva, coinvolgente, con spiagge sempre piene – racconta il promettente calciatore –. Tutte le sere abbiamo passeggiato lungo la promenade: è lì la vita. L’ultima sera in quel piazzale dove è piombato il camion c’era un concerto. Se vuoi divertirti vai lì. Ginevra ed io abbiamo fatto quel lungomare dieci volte al giorno e siamo stati in spiaggia, sempre frequentatissima, da giovani e non solo».  Insomma una tranquilla vacanza in Costa Azzurra senza alcun segnale di pericolo imminente: «Impossibile presagire quel che sarebbe avvenuto di lì a poco – ancora Francesco –. Certo c’era polizia in giro, ma la vita scorreva tranquilla, apparentemente normale. Un clima di festa tipico di una regione che vive soprattutto la bella stagione. Giovedì sera quando ho saputo dalla tv dell’attentato e viste le immagini di quel posto a me tanto caro e ancora davanti agli occhi, mi si è gelato il sangue. Potevamo esserci anche noi due: se fossimo rimasti per qualche altro giorno quella sera saremmo stati anche noi lì a passeggio, come sempre. Ginevra non ha dormito la notte scorsa: ha avuto paura. Prima che mi risposti dall’Italia ora ce ne vorrà».