Antiche porte cadenti e invase dalle erbacce: ecco il biglietto sgualcito della città

Le ultime ricchezze di Siena hanno bisogno di un sapiente lavoro di restauro

Turisti e lavori (Dipietro)

Turisti e lavori (Dipietro)

Siena, 3 maggio 2015 - Una città di nuovo invasa, fortunatamente, dai turisti. Ondate di gruppi, famiglie, italiani e stranieri; il Corso è uno struscio continuo, intenso; piazza del Campo è piena; al Duomo è come ai vecchi tempi, tutti in coda alle biglietterie dellOpa. Il ponte del primo maggio, insomma, torna a far sorridere la città turistica. Ed è un’invasione annunciata, irrobustita solo dai grandi numeri. Eppure nella centralissima piazza Tolomei la colonna ha da tempo perso la lupa ma mette in mostra una gabbia di ferro (recinzione) che non è proprio l’opera da vedere; a Ponte di Romana stessa (brutta) scenetta della lupa ingabbiata; le risalite meccanizzate (quella della stazione e quella del Costone) vantano, come sempre, più di una rampa ferma; l’erba lungostrada e dei giardini (vedi parco di Pescaia) è sempre più alta.

L’Esterna Fontebranda, poi, collegamento principale fra l’attracco dei pullman dei turisti (il fagiolone) e il centro storico, è l’emblema di una città che fa fatica ad ‘aprirsi’, e far muovere a loro agio gli ospiti: le navette shuttle viaggiano strapiene e chi non trova posto nemmeno in piedi si immette camminando in una via lunga e stretta, senza marciapiedi e con anche delimitazioni (limite dei 30, divieto di sosta) legate a lavori in corso (proprio per realizzare i marciapiedi). Opere che, forse, per il dì di festa, dovevano già essere compiute. Tant’è questa è l’accoglienza di una città che volle farsi capitale (della cultura)! E, la nostra, è la storia di un’annunciata ordinaria disorganizzazione, di chi vorrebbe tanto ospitare ma intanto non accoglie. Allora le antiche porte cittadine sono la perfetta cartolina di chi dà il suo (pessimo) ‘benvenuto’ agli ospiti.

L’Antiporto di Camollia – punto di attracco proprio al di sopra della risalita meccanica della stazione –, anni fa chiuso al traffico per protezione, oggi è diventato parcheggio (abusivo) di auto, che altrove non trovano posto nella locale aru e di motorini che trovano rifugio all’interno delle mura, laddove invece dovevano trovare riposo (ci sono sedute in pietra) i passanti a piedi verso il centro. Porta San Marco è divenuta l’Aru meno utilizzata (dai residenti) della storia senese e tiene sempre più lontano i turisti in cerca di sosta lunga. Porta Ovile è quotidianamente prigioniera del traffico, senza posti di sosta. A Porta Pispini impossibile fermarsi, anche per i residenti. Porta Romana, poi merita un discorso a parte: da tempo ormai le antiche mura del varco sono in parte off limits, delimitate da transenne ad indicare un’area a rischio: il pericolo è di caduta di pietre. E i turisti fanno lo slalom, fra i mezzi parcheggiati ovunque e fra transenne e cartelli di divieto, che a volte diventano soggetti da foto al posto dei monumenti. O fanno la fila ai varchi dei parcheggi a pagamento, perché in questa città con aspirazioni turistiche, le disponibilità delle aree parking sono indicate solo all’ingresso di ogni singolo parcheggio.

Paola Tomassoni