{{IMG_SX}}Siena, 26 agosto 2009 - Falsi ispettori, non c’è che l’imbarazzo della scelta in questi giorni. Prima quelli della Tia, la tassa sui rifiuti, che si sono spacciati per addetti del Comune e volevano entrare in alcune abitazioni di viale Cavour: le segnalazioni sono giunte direttamente a palazzo pubblico che si è premurato di smentire l’invio di addetti, se non muniti di tesserino e preceduti da debito avviso. Adesso ecco spuntare i falsi ispettori dell’Inps, addirittura in coppia.

La zona da essi presa di mira è il quartiere di Ravacciano. Abita qui, in via Duccio Boninsegna, la signora di 82 anni vittima di una truffa di poca entità — le hanno portato via 50 euro e il bancomat — tuttavia particolarmente spiacevole. Perché si sono approfittati della sua malattia agli occhi per essere certi di non essere riconosciuti e che lei non si rendesse conto del furto.

Sicuramente avevano tenuto d’occhio il palazzo, si erano informati sulle condizioni di salute della "preda". Siena è ancora una città a misura d’uomo, si sa (quasi) tutto di tutti. Così hanno bussato alla sua porta, intorno alle 10.30. La parola Inps ha solitamente un suono magico e drammatico al contempo per ogni anziano: significa pensione.

Alla richiesta di mostrare la tessera sanitaria, avanzata dall’uomo e dalla donna, che sostenevano appunto di essere falsi ispettori dell’Inps, non ha esitato ad aprire. Si è fidata, nonostante i suoi occhi le consentano di distinguere solo la sagoma delle persone. Ha compreso di trovarsi di fronte a due persone dalla corporatura robusta, piuttosto alte.

Circa un metro e 80 centimetri, ha raccontato poi agli uomini delle Volanti una volta compreso di essere stata raggirata. Sono stati abili i truffatori nel farle vedere una cartellina dove annotavano le informazioni che lei riferiva sullo stato di salute. Poi la nonnina ha trovato la tessera sanitaria, custodita nel portafogli. E’ bastato un movimento rapido ai due falsi ispettori per portarle via dal borsello 50 euro e il bancomat, approfittando del problema alla vista della signora.

 

Quando però ha intuito che c’era qualcosa di strano nel loro comportamento era tardi: ha chiamato la polizia ma si erano già allontanati. La Questura, oltre a ricevere la denuncia della donna, raccomanda di non aprire la porta agli sconosciuti e non svelare di avere disponibilità economiche in casa. In caso di sospetti, meglio chiamare il "113" o il "112".