{{IMG_SX}}Siena, 14 febbraio 2009 - L’ex rettore dell’Università di Siena Piero Tosi è indagato nell’ambito dell’inchiesta sul buco in bilancio dell’Ateneo che vede coinvolte già altre sei persone, in primis coloro che avevano la responsabilità dell’ufficio contabile. Per risanare la situazione sono necessari, da qui al 2012, dai 230 ai 250 milioni di euro con l’indebitamento stimato, il dato è del dicembre scorso (compresi i debiti interni) di circa 300 milioni. Mai è stato così impenetrabile il muro della procura dove sono iniziati gli interrogatori ai piani alti nell’ufficio del sostituto Mario Formisano dagli uomini delle fiamme gialle che conducono gli accertamenti. "Il professor Tosi - si limita a dire l’avvocato Enrico De Martino che lo difende - è pronto a chiarire qualsiasi aspetto. E’ a disposizione del pubblico ministero". Il reato ipotizzato è quello di falso in atto pubblico, lo stesso contestato in maniera pressoché univoca agli altri nomi chiamati in causa. Non si sa bene ancora quanti siano (sicuramente cresceranno) ma non risultano al momento interessati i membri del cda.

 

Quanto all’ex pro-rettore Vittorio Santoro, che è tornato recentemente in cattedra, dichiara: "Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia e penso di non doverne ricevere". Per quanto concerne Piero Tosi viene chiamato in causa per le relazioni al bilancio approvate quando era ancora in carica (fino ad inizio 2006), dovrà poi spiegare anche la rateizzazione del debito con l’Inpdap per il quale esistono documenti su cui la Finanza scava. Il rettore Silvano Focardi è giunto ieri alle 17,20 in tribunale, preceduto dal suo avvocato accompagnato da una collega di studio. Tranquillo e sorridente come al solito ha salito le scale della procura dove è rimasto fino alle 19,30. Anche lui è entrato nell’inchiesta a pieno titolo. E la Finanza è tornata all’Università per ottenere puntualizzazioni sulle voci di bilancio. La procura ha poi disposto accertamenti sulle presenze in sede dei dipendenti.