{{IMG_SX}}Siena, 29 agosto 2008 - 'Se imbrogli tu, imbroglio anch'io'. L'evasione fiscale si basa su un fenomeno preciso, quello dell'emulazione: se lo fa il tuo vicino ti senti quasi in dovere di farlo anche tu. Questo fenomeno, chiamato 'moltiplicatore sociale' diffonde in fretta l'evasione, ma la rende anche più facile da debellare, facendola diventare un investimento conveniente per lo Stato. Questa è la tesi di una ricerca di Giulio Zanella dell'Università cittadina e di Roberto Galbiati della Bocconi, che mette in luce diversi comportamenti 'patologici' degli italiani.

 


Lo studio, presentato nel corso del congresso Eea-Esem in corso presso l'ateneo milanese, afferma che, in
riferimento alla situazione italiana, per ogni euro speso dallo Stato contro l'evasione fiscale, se ne recuperano in media 2,3.
''Abbiamo analizzato il fenomeno attraverso la lente del 'moltiplicatore sociale' - spiega Galbiati - chiarendo con un modello matematico quanto, secondo il senso comune, l'evasione da parte dei singoli cittadini sia legata a un comportamento di emulazione nei confronti dei vicini che la praticano''.

 


Secondo i due studiosi, alla base di questa decisione del singolo c'è una precisa struttura economica. ''A livello teorico l'evasione è come una forma di investimento - aggiungono - ed è razionale non pagare le tasse se ci si aspetta che anche altre persone portino a frutto senza danni lo stesso tipo di operazione''. E' vero, afferma la ricerca, che il cittadino sa come l'incremento del numero degli evasori comporti una maggiore pressione da parte di chi controlla, ma si pensa anche che questo aumento della base di evasori teoricamente da perseguire comporti maggiori difficoltà nello scovare le singole persone che compiono il reato.

 


La ricerca ha analizzato un 'data base' di 80mila italiani, scoprendo che i tre quarti del campione hanno fornito, più o meno volontariamente, dati sbagliati al Fisco per l'accertamento delle tasse da versare, mentre quando si tratta dei propri crediti fiscali nei confronti dello Stato, il 90% comunica con esattezza gli importi che sono dovuti. Il moltiplicatore sociale dell'evasione fiscale, afferma lo studio, può servire però anche allo Stato in senso inverso. ''Se l'evasione viene scoperta, oltre al singolo individuo anche altre persone avranno un maggiore timore di essere scoperte - spiegano i ricercatori - e quindi si otterrà un rapido effetto traino'' in senso positivo per le finanze dello Stato. E questo sarebbe successo con l'aumento delle risorse di controllo antievasione registrato durante l'ultimo Governo Prodi, conclude Galbiati.