{{IMG_SX}}Siena, 27 agosto 2008  - Uno studio di Valentina Niccolucci dell'Università cittadina ha dimostrato che il vino biologico, prodotto da vitigni coltivati con fertilizzanti naturali e lavorati per lo piu' a mano, fa bene all'ambiente. L'esperimento è stato condotto su due aziende produttrici di Sangiovese in Toscana, una che utilizza metodi standard, l'altra con colture biologiche. L' impatto ambientale per produrre questo vino è esattamente la metà di quello legato alla produzione della bevanda coi metodi classici.

 

Come unità di misura si è usata l' impronta ecologica, concetto che evidenzia l'impatto di una certa attività produttiva umana sull'ambiente. Alcuni esperti hanno calcolato che l'impronta ecologica del primo è doppia di quella del secondo; il risultato del loro studio è uscito sulla rivista Agriculture, Ecosystems and Environment e riportato dal magazine scientifico britannico New Scientist. Nel dettaglio, l' impronta ecologica per produrre il Sangiovese biologico è risultata di 7,17 metri quadri contro un'impronta di 13,99 metri quadri per il Sangiovese classico. Nel caso del biologico le operazioni sono compiute quasi tutte a mano, la vigna è trattata solo con sostanze naturali, mentre per il Sangiovese classico tutte le operazioni, dal vigneto al consumatore, sono meccanizzate e richiedono quindi più risorse e più terra, con un maggior impatto biologico. Questo è il primo studio che dimostra che un cibo da agricoltura biologica inquina meno e potrebbe aprire la strada al diffondersi di produzioni vinicole amiche dell'ambiente.