2008-05-06
di FRANCESCO MEUCCI
SIAMO ARRIVATI a tanto: l’idea di non farcela, di non trovare lavoro, è un assillo tale che i giovani, pur di sistemarsi, sono disposti a infrangere persino un tabù come la pornografia. Precari, figli del nostro tempo, cento ne pensano e una ne fanno. Ma fino a qui — forse —non c’era arrivato nessuno. La vicenda è quella di un gruppo di ragazzi, tutti intorno alla trentina, universitari giunti, chi più chi meno, al termine del ciclo di studi. Una sera si trovano a cena e iniziano a discutere del futuro. Ma tra mancanza di prospettive e paura di non trovare lavoro, il timore è quello di restare tagliati fuori.

NEL GRUPPETTO inizia a farsi strada la necessità di farsi venire qualche idea per cercare di sbarcare il lunario. Ne spuntano diverse, fino a quella vincente e, al tempo stesso, più ardimentosa: girare un filmino hard amatoriale con attori senesi e venderlo nelle edicole della città. L’uovo di Colombo: con poche spese e un po’ di pazienza si fanno un pacco di soldi. Detta così sembra quasi il canovaccio per la trama di un film (non porno) sulle difficoltà dei giovani di oggi. Invece è la vera storia di Lucrezia F. (nome d’arte) di professione, parole sue, «neo regista di video hard amatoriali». Ventinove anni, studentessa in legge, senese con una spiccata passione per la fotografia. E’ lei quella che del gruppo di amici ha deciso di metterci la «faccia» e di farsi avanti con i giornali per raccontare, non senza un certo imbarazzo inziale, com’è nata l’idea di girare un video hard, le varie peripezie per scegliere gli attori, riprendere il tutto e, infine, trovare una casa di produzione (la Valentino di Roma) che distribuisse il dvd a Siena e in Valdelsa.
«Ne avevamo parlato diverse volte di questa idea — racconta Lucrezia — Poi una sera a cena ci siamo guardati negli occhi: o lasciamo perdere, o andiamo fino in fondo. Abbiamo scelto la seconda opzione ed eccoci qua a pubblicizzare il nostro film».

IL TITOLO, come il contenuto, è abbastanza vietato ai minori, ma neppure troppo spinto: «Fattore 3 esse. Sesso Scambio Siena». La vicenda, come si intuisce facilmente, è quella di tre coppie di scambisti che si sono prestati a farsi riprendere durante le loro performance. Due coppie sono di Siena e, a detta di Lucrezia, «si tratta di persone normali, anche se hanno deciso di partecipare a volto coperto». L’altra coppia è di Poggibonsi, entrambi lavorano a Colle e la lei si mostra senza veli; quindi sarà facilmente riconoscibile, sicuramente più degli altri che hanno delle mascherine sul volto. Quel che ha lasciato di stucco Lucrezia e i suoi amici, comunque, è la disponibilità e l’entusiasmo con cui decine di persone hanno accettato di farsi riprendere mentre fanno sesso.
«Quando il progetto ha preso corpo — racconta ancora la regista — siamo entrati nel mondo degli scambisti e abbiamo sparso la voce se c’era qualcuno deciso di partecipare a un film. Siamo rimasti di stucco dalle quantità di gente che ci ha risposto e di quanto siano diffuse queste pratiche in una zona coma la nostra. Dopo più di trenta provini, alla fine abbiamo scelto tre coppie. E’ stato necessario poi approfondire la normativa per quanto riguarda i film pornografici e cercare delle location adeguate. Alla fine abbiamo girato tutto nelle nostre case con gran parte degli oggetti coperti».

L’IMBARAZZO c’è ed è forte. Lucrezia lo amette: «In certi momenti mi sono vergognata come una ladra — confessa — Soprattutto durante le riprese. Il film l’ho girato tutto io, gli altri si sono occupati di mettersi in contatto con gli ‘attori’, e giuro che in particolare all’inizio è stata dura. Andando avanti con i ciak cresceva però la curiosità e la voglia di capire cosa scatta dentro le persone che decidono di mettersi in mostra in questo modo così... totale».
Alla fine il film è stato fatto e presto sarà in vendita nelle edicole senesi e della Valdelsa. Nel frattempo Lucrezia e i suoi amici aspettano con ansia di capire se i filmini hard sono davvero un modo efficace per sbarcare il lunario. Agli spettatori, invece, il gusto di cercare di svelare chi si nasconde dietro le mascherine.