Si rischia di perdere il primato in sanità. «Le Scotte va abbattuto e ricostruito»

SI rischia di perdere il primato nella sanità. L’ospedale, così com’è, è vecchio e non idoneo al nuovo modello di sanità

Pierluigi Tosi, direttore generale delle Scotte (Di Pietro)

Pierluigi Tosi, direttore generale delle Scotte (Di Pietro)

Siena, 27 agosto 2015 - Siena rischia di perdere il primato nella sanità se non affronta al più presto la questione delle Scotte. L’ospedale, così com’è, è vecchio e non idoneo al nuovo modello di sanità regionale che, peraltro, assegna alla nostra città il ruolo di «capitale» della sanità nella Toscana Sud-Est. Quindi va buttato giù e al suo posto ne va costruito un altro. Lo dice senza mezzi termini Pierluigi Tosi, direttore generale dell’Aou senese.

«Le Scotte quando fu costruito negli anni Sessanta era per l’epoca senza dubbio il miglior ospedale toscano e di certo tra i più avvenieristici in Italia. Realizzato con i concetti dell’epoca: grandi spazi, grandi corridoi e già molto evoluto anche da un punto di vista tecnologico; con il tempo è andato decadendo anche al mutare delle esigenze della sanità e dell’edilizia ospedaliera. Per capire, basta vedere come è stato ricostruito Careggi o realizzati i nuovi padiglioni di Cisanello a Pisa: sono blocchi di funzioni mai molto alti, perché l’altezza crea dei problemi, con comuicazioni aree o sotteranee orrizontali. La vetustà, inoltre, comporta anche degli elevati costi di gestione».

Stando così le cose, secondo Tosi «bisogna porsi il problema di ricostruire un nuovo ospedale, ripensandolo e riedificandolo. Il problema – aggiunge il dg – è che siamo arrivati un po’ tardi. Nel senso che sono esauriti tutti i co-finanziamenti nazionali che hanno consentito le ristrutturazioni di Careggi e Cisanello, nonché le nuove edificazioni a Prato, Lucca, Pistoia e Massa».

Ricostruire le Scotte, dunque, anche alla luce della riforma della sanità regionale.

«Sì – conferma Tosi – il primo problema è proprio rendere le Scotte competitivo per i prossimi trent’anni e per far ciò bisogna riuscire una volta per tutte a chiarire quale sarà il ruolo dell’ospedale senese in ambito regionale. Qui in entra in gioco la nuova rete organizzata su tre aree: Sud-Est, quella di Siena, Nord Ovest e Centro. La sanità del futuro – prosegue il dg – prevede una concentrazione di tecnologia ad altissimo costo in zone determinate. Il che imporrà una suddivisione degli ospedali in fasce. In quella alta, come dev’essere per Siena, ci saranno funzioni e strutture avanzate a disposizione di coloro che sono in grado di fare attività di un certo livello. Il problema che così com’è concepito oggi le Scotte non è in grado di esercitare questo ruolo, per cui va fatto nuovo».

Anche sul come vada ricostruito Tosi ha le idee chiare: «Va rifatto qui e in questo modo: mano mano che si costruisce un nuovo pezzo, se ne butta giù uno vecchio. Quindi c’è bisogno di terreno dove fare le nuove edificazioni, tenendo anche presente che l’ospedale del futuro dev’essere orrizontale e non verticale come adesso».

Il problema a questo diventano i tempi, perché ammettendo che si faccia richiesta di finanziamento (secondo Tosi servono dai 4 ai 600 milioni) e se tutto va bene servono almeno una decina di anni per il nuovo ospedale.

«Si deve sopravvivere per questo tempo – conclude Tosi – Non lo si può fare rappezzando ed è soprattutto difficile fare interventi sostanziosi all’interno di blocchi che poi andranno buttati giù. Dobbiamo mettere a mano alle sale operatorie che sono vecchie come il resto dell’ospedale e in grosse difficoltà. Accorparle diventa indispensabile per cui con i recenti finanziamenti regionali realizzeremo 8 posto letti di degenza sub intensiva. Con questo blocco apriremo una linea all’altezza della farmacia dove verranno dieci/dodici nuove sale operatorie operatorie sostanzialmente esterne all’ospedale».

Nell’attesa, ovviamente, del nuovo ospedale.