Stangata Tari, Comune sotto assedio. ’Eliminacode’ per gli utenti in rivolta

Decine di contribuenti ore in attesa con le cartelle per contestare le cifre

Code per il pagamento come al supermercato

Code per il pagamento come al supermercato

Sarzana, 19 settembre 2014 - LA TARI non lascia scampo a nessuno. La deve pagare anche chi è passato a «miglior vita» già da qualche mese. Sconti e riduzioni arrivano con il contagocce, vengono verificate all’infinito dagli uffici comunali, e si rischia di vederle sparire per qualche cavillo. Solo ieri una sessantina di contribuenti arrabbiati hanno salito le scale di palazzo civico di Sarzana dove, in sala consigliare, quattro mattine la settimana dalle 9 a mezzogiorno, trovano una decina di impiegati a cui chiedere chiarimenti e sollevare obiezioni sulle cartelle. Per qualcuno era il secondo tentativo di ottenere spiegazioni. E’ il caso di Marcello: «Ero già venuto la scorsa settimana — dice —, ma c’era una coda chilometrica e facevo troppo tardi e così ho rinunciato perchè dovevo andare al lavoro». C’è chi è in coda dalle 8 della mattina e chi, in attesa del proprio turno, ha fatto un «salto» al bar. Tanto il posto non si perde perchè da qualche giorno l’amministrazione comunale, vista la ressa, ha deciso di mettere un «eliminacode» che distribuisce i numeri in ordine di arrivo. In realtà la coda c’è lo stesso ma per lo meno si evitano le discussioni su chi è arrivato prima e chi dopo. I casi che si presentano agli di operatori che l’amministrazione ha convogliato nella sala consiliare sono i più disparati. Si va dal pagamento della Tari a carico del defunto a quella addebitata allo studento universitario che non vive a Sarzana da alcuni anni ma risulta residente e deve pagare doppio: come convivente nella casa della famiglia e per l’appartamento in affitto vicino all’Università. Luisa vive sola e chiede la riduzione. C’è chi abita a più di 700 metri di distanza dai cassonetti della spazzatura ed ha anche lui diritto a vedersi ridotto il balzello, come chi fa il compostaggio in proprio che ha diritto ad avere uno sconto del 10 per cento sulla tariffa della Tari. Ma, come tutti, deve penare. «La domanda per la riduzione doveva essere fatta entro il 31 marzo — spiegano i contribuenti in coda — peccato che la delibera è appena uscita». Insomma i problemi e le incongruenze non mancano. E tutti concordano: «Almeno il servizio funzionasse».  LE POLEMICHE non si placano. C’è chi la sua cartella l’ha pubblicata su Facebook, nel gruppo del «Mugugno Sarzanese» dove le lamentele sono talmente tante che ha ottenuto un incontro con la giunta in municipio sabato mattina. «Abitazione principale +34% rispetto a quella dello scorso anno ... — scrive il contribuente — ma la parte interessante è la seconda utenza domestica che possediamo: un box auto per cui mi è stato richiesto un Tributo Comunale di ben 225,12 euro considerando un nucleo familiare di 2 persone». Ovviamente ha chiesto chiarimenti: un’ora e mezza di coda in sala consigliare prima di poter spiegare che nel box non abita nessuno e i rifiuti prodotti dalla sua famiglia li paga per l’abitazione principale. E’ uscito con il consiglio di «scrivere una lettera in carta semplice all’ufficio tributi per spiegare la mia situazione e intanto pagare la prima rata». «La tariffa della tassa sui rifiuti urbani — assicura Valter Chiappini, capogruppo M5S — è una tra le più alte d’Italia». E dà appuntamento a tutti i cittadini per stasera, alle 21, nella sala della Repubblica. «Sarà l’occasione — dice — per spiegare qualcosa su questa tassa e le alternative possibili». E mentre i cittadini protestano la maggioranza di governo della città che in più occasioni ha spiegato la necessità del tributo. L’amministrazione comunale ha dovuto tenere conto di due vincoli essenziali in sede di definizione delle aliquote, ovvero l’obbligo di caricare l’intero costo del servizio impedendo perciò che il Comune, come avveniva in passato, si facesse carico di una parte di tale costo. L’altro aspetto riguarda le modalità di calcolo del tributo legate al numero dei componenti del nucleo familiare e non solo alla metratura dei locali, perciò i margini di manovra erano stretti.