Si sente male in reparto, per i soccorsi arriva l’ambulanza

Pomeriggio movimentato all'ospedale. La direttrice Decia Carlucci: "Al personale sanitario il compito di trasportare l'anziana al Pronto soccorso"

Ambulanza in ospedale

Ambulanza in ospedale

Sarzana, 24 luglio 2014 - QUANDO ha visto i volontari della Pubblica assistenza di Sarzana che correvano in suo aiuto sicuramente non ha percepito il trambusto che si è scatenato dietro a quel semplice soccorso. Sono, infatti, dovuti intervenire i militi della locale Misericordia, in ambulanza, semplicemente per stabilizzare un’anziana colta da malore al secondo piano del San Bartolomeo, per poi trasportarla al Pronto soccorso, che si trova non a caso al piano terra. Una storia che ha dell’assurdo. La donna, una nonnina di 89 anni, l’altro ieri è andata a trovare il cognato ricoverato nel reparto di Medicina. Quando l’ha visto, così sofferente, si è presa paura ed ha accusato un malore.

La logica avrebbe voluto che il personale medico o infermieristico in servizio assistessero la donna, trasportandola in barella o con una carrozzina al Pronto soccorso, punto di accesso del nosocomio per qualsiasi tipologia di emergenza. Peccato però che la logica abbia lasciato il posto all’irrazionalità, e all’incredulità delle persone che hanno assistito alla scena: la mobilitazione dei militi partiti dalla sede della Pubblica assistenza, che ancora una volta hanno mostrato la loro efficacia e efficienza. In un batter d’occhio hanno raggiunto l’anziana, le hanno prestato le prime cure e poi con una barella sono entrati dentro l’ascensore, premendo l’indice su quel pulsante che indica il piano terra. Un codice verde, che nel gergo medico non implica situazioni di criticità, quello assegnato alla pensionata, le cui condizioni non si sono rivelate gravi, tanto che poi è stata dimessa.

A far discutere, invece, quella sorta di “protocollo” praticato: far arrivare un’ambulanza, sottrarla ad altre eventuali chiamate di emergenza, per soccorrere una persona che si è sentita male proprio all’interno dell’ospedale. E se nel frattempo qualcuno, magari in codice rosso, quindi in pericolo di vita, avesse avuto bisogno di raggiungere il San Bartolomeo o il Sant’Andrea della Spezia proprio con quel mezzo, tra l’altro l’unico rimasto a disposizione nella sede della Pa? Una domanda che la stessa direttrice del presidio ospedaliero del Levante ligure, Decia Carlucci, si è posta, esterefatta, una volta appreso quanto successo martedì. Tra l’altro, episodi del genere si sono già susseguiti in passato: episodi che hanno riguardato soccorsi sia interni che esterni alla struttura ospedaliera, e che hanno visto i militi in azione, che invece di caricare i feriti in ambulanza li hanno portati al Pronto soccorso, facendo pochi metri a piedi. «Il protocollo — precisa la Carlucci — prevede che il personale di reparto, in questi casi, provveda a condurre i feriti o le persone che si sono sentite male all’interno dell’ospedale, direttamente al Pronto soccorso. Farò le verifiche del caso, in modo tale che queste spiacevoli situazioni non si ripetano più».