Sarzana, 23 luglio 2011 - AL «SAN Bartolomeo» c’è una task force che porta avanti programmi sperimentali per lo studio e la cura del mesotelioma. Sono gli uomini e le donne che nel 2009 hanno presentato in Regione Liguria un progetto finanziato con 120mila euro per far fronte a una delle maggiori emergenze sanitarie della provincia: la cura del mesotelioma pleurico maligno, un tumore causato dall’esposizione all’asbesto (fibre di amianto). «In questa provincia la percentuale dei malati è 11,6 casi per 100mila abitanti mentre la media nazionale è 2 casi — spiega il dottor Silvio Roncella, responsabile del servizio diagnostica molecolare di anatomia patologica — e prevediamo in futuro un nuovo incremento dei dati locali».

 

Per far fronte a questa emergenza, all’Asl è al lavoro una task force che coinvolge Anatomia Patologica (direttore Franco Fedeli), Pneumologia (Pier Aldo Canessa), Oncologia (Carlo Aschele) e Patologia Clinica (Enrico Battolla). Ed è a Sarzana che hanno iniziato ad usare come «marcatore» della malattia la mammoglobina, un acido nucleico che prima si cercava solo per vedere se una persona aveva un tumore alla mammella. Ma si usa come «marcatore» anche la mesotelina. «Se troviamo livelli elevati di mesotelina in una persona che ha lavorato o vissuto a contatto con l’amianto (ad esempio l’eternit) è indice di un mesiotelioma in atto o di alto rischio di sviluppare questa malattia. Individuare i soggetti a rischio permette di seguirli meglio — spiega Roncella che aggiunge come in passato ricerche di questo tipo in Italia si facevano in pochi centri: ora Sarzana è uno dei 10 centri mondiali in grado di farle. Un successo, attenzione, consentito anche dall’alto numero di malati, ai quali è stato spiegato che il sangue utilizzato per le prime analisi non viene gettato ma conservato per essere impiegato per valutare i nuovi «marcatori» che usciranno a breve. La battaglia per vincere il male è vinta? No, la strada è ancora lunga. Non a caso nella task force dell’Asl si lavora anche alla valutazione di nuovi marcatori in grado di differenziare i versamenti pleurici causati dal mesotelioma da quelli di origine diversa e per valutare la risposta dei malati alle terapie. Questo ha anche permesso di produrre pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali portando i dati elaborati a Sarzana ai più importanti congressi medici di pneumologia, anatomia patologica, oncologia e diagnostica avanzata. Tutto bene, quindi? Sì, perchè finora, oltre all’Asl, ci sono i soldi della Regione che però finiranno ad ottobre 2012. Per fortuna a sostegno del servizio diagnostica molecolare sono intervenute le associazioni di volontario: l’Ail, il Comitato dell’ing. Perioli, il Comitato lotta ai tumori di Sarzana e tanti privati. In tempi di «vacche magre» è necessario unire tutte le forze disponibili
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