Mercoledì 24 Aprile 2024

Il reparto di urologia in apnea. Mancano medici, infermieri e letti

Ridotti gli interventi: salta una seduta chirurgica la settimana

L’urologo Claudio Tonelli, tra l’assessore Michelucci e il sindaco Cava

L’urologo Claudio Tonelli, tra l’assessore Michelucci e il sindaco Cava

Sarzana, 21 gennaio 2015 - MANCANO medici, infermieri e dal primo febbraio saranno anche ufficialmente senza il primario che in realtà è a casa da circa sei mesi. E’ emergenza nel reparto di Urologia del San Bartolomeo di Sarzana dove il personale è costretto a vere e proprie acrobazie per conciliare l’assistenza ai degenti, gli ambulatori e gli interventi chirurgici. I cinque specialisti non riescono neppure a coprire i turni in sala operatoria: così hanno dovuto ridurre gli interventi e il martedì mattina la sala operatoria resta chiusa. Ora l’Urologia opera solo il lunedì, mercoledì e venerdì. Urgenze escluse. E questo non è che un «particolare della difficile situazione del reparto che, nonostante sia in costante sofferenza di personale, continua a lavorare e mantenere un ritmo di lavoro piuttosto sostenuto con liste di attesa per gli interventi che non vanno oltre i due mesi e mezzo. Il bilancio è stato fatto ieri mattina nel corso di una conferenza stampa, che rientra nelle visite ai reparti volute dal sindaco Alessio Cavarra, accompagnato dall’assessore alla salute Juri Michelucci e dal direttore sanitario Decia Carlucci. Per l’Urologia erano presenti l’urologo Claudio Tonelli che sostituisce il primario Repetto, i colleghi Davide Acerbi, Maria Paola Argiolas e Pierangela Ragadini.

Nel 2014 hanno svolto 1430 ricoveri, di cui 658 ordinari, 414 in day surgery e osservazione breve, e 293 ambulatoriali. Gli interventi sono stati 881 per tumori del rene, della vescica, prostata e per patologie benigne e ostruttive, 2700 consulenze per il pronto soccorso di La Spezia e Sarzana. In regime di day hospital sono state svolte 1600 citoscopie, 188 visite ambulatoriali, 490 ecografie prostatiche e biopsie, 130 urodinamiche oltre agli accertamenti di ecocolor doppler andrologico. Una lunga serie di numeri che però non dicono se l’attività del reparto è aumentata o diminuita dopo il suo trasferimento dalla Spezia a Sarzana. Si accenna a qualche miglioramento per quanto riguarda le fughe, si parla di un «rallentamento», ammettendo che i dati non sono ancora quelli sperati ma i numeri non ci sono e fare un bilancio reale diventa difficile. Certo è invece che il reparto non può contare sugli stessi numeri di quando era alla Spezia: 24 posti letto e 18 infermieri si sono ridotti a 6, 7 infermieri e 16 posti letto, compresi quelli in day surgery, al San Bartolomeo. All’appello mancano 5 infermieri, di cui 3 sulle 24 ore, un dirigente medico e un primario. La dirigente Decia Carlucci rassicura sulle deroghe dalla Regione ma c’è difficoltà a reperire spiecialisti: alle ultime selezioni non si è presentato nessuno. Intanto aumenta il rischio che l’Asl tolga ancora infermieri dall’Urologia da destinare ad altri servizi. Una scelta allarmante visto che gli stessi medici hanno spiegato che il loro lavoro necessita di «infermieri preparati in quell’ambito specifico». Questo significa che, prima di fare spostamenti, occorre pensarci due volte, «cercando – spiegano i medici – di non mettere il reparto in condizioni di dare una minore performance». Insomma il messaggio è molto chiaro. Un altro fatto da tenere presente è come è strutturato il reparto. Urologia e Chirurgia, come si è accennato, lavorano a stretto contatto: 4 gli infermieri al mattino in servizio (due per ogni divisione), 4 al pomeriggio - ma qualche volta è capitato di vederne anche solo due – e alla notte due oltre a un solo operatore socio-sanitario per entrambe le divisioni. Decisamente pochini anche considerando il fatto che i due reparti sono uniti da un corridoio di circa 90 metri.