Sarzana, 28 settembre 2012 - Un mare di debiti, frutto di errori, disattenzioni e distrazioni. Dalle fatture non saldate ai mutui non accesi nonostante quelle spese fossero già state inserite a bilancio. Una situazione che rischia di pesare non solo negli equilibri politici del Comune ma soprattutto nelle tasche dei contribuenti chiamati a saldare un buco di quasi 3 milioni di euro. Cifra che per altro è ancora ufficiosa e al vaglio dei revisori.

Davanti al quadro complicatissimo il sindaco Francesco Pietrini ha ammesso in consiglio comunale di aver pensato alle dimissioni: un passaggio doloroso al quale ha poi rinunciato per affrontare in prima persona il disagio. Una situazione che è sfuggita di mano nel tempo ma che è emersa soltanto qualche mese fa dopo un’indagine aperta dallo stesso Pietrini. E allora sono emerse tutte le magagne che adesso l’ente dovrà sanare. Perchè oltre ai debiti già noti se ne sono aggiunti altri che non erano stati affatto inseriti a bilancio e per questo, dicono gli amministratori, non conosciuti.

Ma la minoranza di fronte a questa distrazione è andata giù durissima. I consiglieri Giuseppe Cecchinelli, Davide Parodi e Cinzia Caravita hanno chiesto una pubblica ammissione di responsabilità, scuse e soprattutto rinuncia delle indennità. "Il minimo che possiate fare - hanno detto - è rinunciare ai vostri stipendi da amministratori. Perchè dovrebbero spettarvi? Siete i responsabili di questo problema e in qualche modo dovete dare un segnale alla gente. Non basta scaricare la colpa agli uffici, la responsabilità di ciò che accade in un ente è del sindaco e degli assessori".

Di fronte a un pasticcio contabile evidenziato dalla Corte dei Conti ma anche dal segretario comunale Laura Michelini e dal revisore dei conti Pierluigi Taponecco, sono arrivate le dimissioni del responsabile degli uffici finanziari Guido Bertolini che ha consegnato la lettera che il sindaco ha letto in consiglio. Il dipendente è stato però difeso a spada tratta dalla minoranza.

"Un lavoratore esemplare. Gli errori non sono soltanto suoi ma di chi non lo ha seguito. Per anni chi si è seduto sui banchi della minoranza, da Battiglia a Natucci, Cavirani, Parodi e Orlandi, ha evidenziato i debiti, portato documenti e prove ma sono sempre stati considerati visionari, taroccatori della realtà, sbeffeggiati con manifesti pubblici. Invece avevano ragione da vendere e per questo dovrebbero ricevere le scuse della giunta, così come i cittadini di Ortonovo che adesso dovranno rimediare a un disastro annunciato e mai saputo arginare da sindaci e amministratori che si sono succeduti dal 2002".