Morì ucciso dal camion dei rifiuti: chiuse le indagini del pm

Battaglia sulle responsabilità dei dirigenti Acam

Carlo Silvi, il dipendente di Acam Ambiente morto il 7 agosto dello scorso anno al «Luperi» stritolato dal mezzo per la raccolta dei rifiuti

Carlo Silvi, il dipendente di Acam Ambiente morto il 7 agosto dello scorso anno al «Luperi» stritolato dal mezzo per la raccolta dei rifiuti

Sarzana, 12 agosto 2015 – LE INDAGINI si sono chiuse quasi un anno dopo la tragica morte di Carlo Silvi, il dipendente di Acam Ambiente, rimasto schiacciato dalla pala del camion mentre scaricava i rifiuti raccolti da un altro mezzo nel piazzale dello stadio «Miro Luperi». Per il pubblico ministero Tiziana Lottini solo l’autista del mezzo sarebbe responsabile di quel tragico incidente sul lavoro. Ha chiesto infatti il rinvio a giudizio per Miria Ragaglini, anche lei dipendente di Acam e quel giorno alla guida del camion che provocò la morte di Silvi, e il giudice deciderà se aprire il processo per omicidio colposo nell’udienza già fissata al 17 novembre. Lo stesso Pm ha chiesto invece l’archiviazione per i dirigente dell’azienda Salvatore Cappello, Sergio Bologna e Marco Fanton, richiesta a cui si è opposto l’avvocato sarzanese Andrea Lazzoni che assiste la moglie di Carlo Silvi, il figlio oggi maggiorenne, il fratello e i genitori. Il legale contesta le conclusioni del pubblico ministero sulla base della perizia effettuata dal consulente sulla mancata responsabilità del malfunzionamento del macchinario nel tragico esito dell’incidente. E le motivazioni dell’opposizione saranno discusse nell’udienza fissata il prossimo 30 settembre. Se la richiesta dell’avvocato Lazzoni dovesse essere accolta e le indagini riaperte, non è escluso che i procedimenti possano essere riuniti.

VENERDI’ scorso i colleghi e l’azienda avevano ricordato Carlo Silvi con una cerimonia al «Luperi», sul luogo del tragico infortunio. L’uomo quel 7 agosto del 2014 era arrivato nel piazzale dello stadio e aveva accostato il suo autocarro a quello guidato dalla collega, ora indagata per la sua morte, per trasferire i rifiuti da un cassone all’altro. Silvi era salito sulla traversa portafanali del suo mezzo per tentare di far scendere la carta rimasta nella vasca. Una manovra che, seppure inusuale, sembra venga spesso effettuata. In quel momento la pala era stata messa in funzione e aveva schiacciato l’autista contro la sponda del cassone provocandogli lesioni mortali. L’incidente sarebbe stato provocato dunque dall’errato azionamento della pala nel momento in cui Silvi si era sporto dentro al cassone. Ma le perizie avrebbero rilevato la mancanza di divieti a salire sull’autocarro e un’anomalia nella modalità di funzionamento della pala.