La corsa per la poltrona della Regione: "Giù le mani dalle primarie"

Cavarra attacca: "Nessuna scelta calata dall’alto, parola ai cittadini"

Nella foto, Cavarra

Nella foto, Cavarra

Sarzana, 2 settembre 2014 - CONTO alla rovescia per il primo atteso confronto tra i candidati del Pd alla corsa per diventare governatore della Regione Liguria e competere nelle elezioni in programma la prossima primavera, alle quale saranno chiamati al voto oltre 190mila spezzini. I tre aspiranti, la spezzina Raffaella Paita, il genovese Alberto Villa e il savonese Federico Berruti, saranno uno di fronte all’altro martedì 9 settembre nell’ambito della festa dell’Unità al porto antico di Genova. Mentre la macchina elettorale inizia a mettersi in moto, intorno ai democratici aleggia l’ombra di una candidatura imposta dal partito. Tra i big ipotizzati anche i nomi spezzini del ministro Andrea Orlando e del presidente dell’Autorità portuale Lorenzo Forcieri. Solo voci, niente di ufficiale. Ma tanto è bastato per mandare in fibrillazione il partito in riva al Golfo, già diviso in ambito cittadino con i capricci delle componenti cuperliane e renziane. Alessio Cavarra, un fedelissimo della prima ora dell’attuale premier, uno dei big politici provinciali, sindaco di Sarzana, rigetta ogni idea, opinione e rumors che vada contro lo svolgimento delle primarie. «Non si possono accettare candidature imposte dall’alto — affonda — è una visione superata della politica. E’ finita infatti l’epoca in cui poche persone scelgono i candidati a ricoprire incarichi di rilievo, nel chiuso delle stanze del partito».

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