Sotto inchiesta la bonifica dell’area Sirma

Ascoltati dirigenti Asl e comunali: la lente della procura spezzina sul caso

L'area Sirma

L'area Sirma

Sarzana, 7 febbraio 2015 - Sulla bonifica dell’area ex Sirma la lente di ingrandimento della Procura spezzina. A Santo Stefano Magra, i magistrati vogliono vederci chiaro: non solo l’indagine sulla presunta responsabilità colposa per morte da amianto, ma soprattutto quella, parallela, su presunte omissioni nella realizzazione della bonifica dell’area a ridosso del raccordo autostradale, che oggi ospita il centro commerciale “La Fabbrica’’ e numerose abitazioni. Un risanamento ambientale ultimato nei primi anni del Duemila, sul quale la Procura, attraverso la squadra di polizia giudiziaria dell’Asl (e in collaborazione con la squadra di pg della polizia municipale) vuole andare a fondo.

Qualcosa non torna nei faldoni e nelle carte raccolte per “fotografare’’ la situazione dell’area prima dell’avvento delle opere di bonifica, durante la prima fase dell’indagine – l’inchiesta, avviata per omicidio colposo di una donna santostefanese che abitava proprio di fronte allo stabilimento, vede iscritte cinque persone nel registro degli indagati –, tanto da spingere il sostituto procuratore ad andare avanti su un filone parallelo ma ben definito: quello sulle possibili omissioni nelle opere di smaltimento e messa in sicurezza di un’area che ospitava qualcosa come milleduecento metri cubi di eternit abbandonato per anni.

Capire, insomma, se le modalità attraverso cui l’area è stata risanata avessero rispettato i crismi dettati dalle norme in campo ambientale. In questo senso, sono già state ascoltate diverse persone, tra i quali un ex dipendente del Comune di Santo Stefano Magra e un dirigente dell’Asl spezzina, ma non è escluso che a breve possa seguire una nuova acquisizione di documentazione per fare luce su alcuni dei molteplici passaggi che hanno caratterizzato dal punto di vista burocratico e operativo la messa in sicurezza dell’area. Di certo, la ricostruzione “storica’’ di quel lembo di terra a ridosso della stazione ferroviaria è già nelle mani degli investigatori, che hanno ricostruito tutti i passaggi di proprietà dell’ex Sirma dal 1960 a oggi.

In parallelo, dalla squadra di polizia giudiziaria dell’Asl è partita anche la richiesta al Servizio epidemiologico dell’Asl spezzina per l’acquisizione dei dati statistici riguardanti il tasso di mortalità e le patologie amianto correlate sull’area santo stefanese.

L’indagine è stata avviata circa otto mesi fa dal sostituto procuratore Lottini a seguito dell’esposto firmato dai famigliari di una donna morta a causa di un mesotelioma nel 2013 all’età di 72 anni. L’anziana aveva vissuto per tutta la sua vita davanti alla storica fabbrica di materiali refrattari. La prima svolta era arrivata due mesi fa con l’iscrizione nel registro degli indagati di alcune persone con l’accusa di omicidio colposo. Da pochi giorni, l’apertura di un fascicolo parallelo per fare luce su come, a cavallo del nuovo secolo, è stata portata avanti la bonifica su ciò che rimaneva della storica fabbrica, nell’area che dall’ottobre 2007 ha visto l’insediamento del centro commerciale, e sul quale per decenni si sono susseguite petizioni popolari con centinaia di firme per sollecitare il Comune e la proprietà dell’area a eseguire le opere di messa in sicurezza.

Matteo Marcello