Fulmine «zittisce» campane e organi. Il parroco dall’altare lancia un appello

Danni per 60mila euro alle attrezzature della chiesa di S. Francesco

Il piazzale della chiesa

Il piazzale della chiesa

Sarzana, 29 luglio 2014 - DURANTE Il violento temporale di lunedì scorso un fulmine si è abbattuto sulla chiesa di San Francesco creando una serie di danni, quantificati da un primo inventario di don Renzo Cortese in 60mila euro, che ancora non sa se saranno coperti dall’assicurazione. E’ disperato il sacerdote che, nonostante quello che gli accaduto, continua almeno per il momento a sostenere tutte le famiglie che si rivolgono a lui per chiergli aiuto. Ora vuole organizzare una cena sabato 9 agosto per raccogliere fondi e chiede sostegno ai parrocchiani. Quel fulmine gli ha completamente distrutto l’impianto delle campane: la centralina è bruciata. Solo quello è un danno da 12 mila euro. ma è saltato anche l’impianto voce in chiesa, distrutta una fotocopiatrice di ultima generazione, non funzionano più neppure gli organi della chiesa e i due televisori, uno che aveva in casa l’altro in canonica per il catechismo. Tutto distrutto. 

«SAMO assicurati — afferma affranto Don Cortese — ma l’ assicurazione ha massimali molto bassi non sappiamo neppure se la chiesa è coperta, devono ancora darci riscontro. Faccio un appello ai fedeli se possono darmi una mano. Ho deciso di chiamare i fedeli per raccogliere fondi ad una cena pubblica che organizzerò davanti al piazzale della chiesa sabato 9 agosto e lo comunicherò anche durante l’omelia di domenica». Ma il problema che assilla più di tutti il sacerdote è quello di non poter più aiutare i poveri, quelle persone che si rivolgono da sempre a lui. Nella chiesa di San Francesco c’è un vero e proprio servizio assistenziale parallelo a quello del Comune. Ci sono una ventina di poveri «storici» come li chiama Don Renzo. A loro il parroco dà il contributo per comprare il cibo. Ma si rivolgono a lui anche quelli che si trovano all’improvviso alla disperazione.

«Sono tante le famiglie che arrivano con una bolletta in mano — afferma Don Renzo — quasi tutti sarzanesi, qualcuno però arriva anche dalla Spezia. Mi dicono che gli stanno tagliando la luce, che saranno sfrattati se non pagano l’affitto e io continuo ad aiutarli. E’ la mia missione l’ho sempre fatto e continuo a farlo. Ora però non posso continuare, non posso più dare niente a nessuno se prima non riesco a sistemare i danni che ho avuto in chiesa per quel fulmine. Spero che il Signore mi aiuti. Mi piange il cuore quando arriva chi ha bisogno e so che a questo punto non posso più fare nulla». «Le casse sono vuote, desolatamente vuote», dice scuotendo la testa Don Renzo, il parroco degli ultimi. Lui che ha conosciuto la povertà fin da ragazzo non riesce a non far nulla per chi si rivolge a lui con la mano tesa e questo è il dolore più grande. Ora chiama a raccolta i fedeli. Conta molto in quella cena benefica, in grado di portargli se non tutto almeno una parte di aiuti necessari per poter intervenire sulla chiesa danneggiata. Nel frattempo aspetta un contributo da chi può darlo.