Mercoledì 24 Aprile 2024

Le simpatie del Vaticano

Roma, 27 aprile 2016 - «Mah , tanto in questa città non cambierà mai niente». Alza le spalle un alto prelato vaticano, ecclesiastico del cerchio magico di Papa Francesco. L’umore che esprime è quello che si respira nelle stanze vaticane in queste settimane di campagna elettorale per il Campidoglio. Con Bergoglio l’atteggiamento della Santa Sede verso le vicende della politica italiana è lontano dagli interventismi del passato, ma le antenne sono ben alzate per vedere chi gestirà il governo di Roma. Alle spalle c’è anche la conclusione traumatica del rapporto con Ignazio Marino, nella cui uscita di scena ha pesato quel «non l’ho invitato io» del Papa al ritorno da Philadelphia. A quel punto Francesco avrebbe voluto un Vicariato più impegnato nel progetto, lanciato a novembre, di una mobilitazione dal basso per smuovere le risorse positive della città nella prospettiva della futura amministrazione capitolina, ma ormai l’iniziativa guidata dal già pensionato in pectore cardinale Vallini, pare naufragata. Così, per capire come il Vaticano in pieno Giubileo della Misericordia (5 milioni di pellegrini raggiunti), veda l’appuntamento elettorale, bisogna interrogare gli uomini più vicini al Papa. Ne emerge una visione di non sfiducia verso Roberto Giachetti, candidato Pd, preferibile alla grillina Virginia Raggi, definita «un’incognita». Gli incontri che pur ci sono stati tra esponenti Cinque stelle e prelati vaticani come quando nell’aprile 2015 i grillini romani consegnarono a monsignor Fisichella un documento pro legalità sul Giubileo, non sembrano aver lasciato il segno. Sul fronte Giorgia Meloni, non ha suscitato entusiasmi l’annuncio della sua gravidanza al Family Day.

Degli altri candidati nessuno scalda particolarmente il cuore ai prelati d’Oltretevere dove prevale cautela, evitando di condizionare lo sviluppo della campagna. Prova ne è stato l’atteggiamento di forte misura con cui il Papa è intervenuto domenica alla manifestazione Villaggio per la Terra a Villa Borghese. Lì ha evitato riferimenti specifici ai problemi di Roma. Ben vista Oltretevere è stata invece l’esperienza del commissario Francesco Tronca, impegnato a mettere una bella pezza sui cantieri per il Giubileo aperti dalla precedente amministrazione. Per lui, è già pronta un’ onorificenza pontificia.