"Datemi un impiego per ricominciare"

L’appello di un padre finito in carcere dopo una rapina tentata per la disperazione

Edile, tre anni fa aveva perso il posto

Edile, tre anni fa aveva perso il posto

Sarzana, 17 settembre 2014 - ​ LA SUA VITA si è improvvisamente sgretolata , come un castello di sabbia. Il lavoro da un giorno all’altro è finito , è rimasto la paura di non farcela a tirare avanti, un pensiero assillante che è diventa to incubo con il pensiero della figlia appena nata che chiede amore e serenità. Un black - out di idee e pensieri che lo hanno portato a commettere uno sbaglio enorme che ha pagato con la detenzione. Ma adesso, a 31 anni, Alessandro Focacci chiede sol o un’altra chance per dimostrare alla sua piccola creatura, che nel frattempo ha compiuto 4 anni, di essere un uomo diverso e ricambiare la fiducia che la sua famiglia, ma anche l’ex compagna, hanno deciso di concedergli. Ma non dipende sol o da lui rialzare la testa e ritrovare la dignità di uomo, perché non è comunque facile presentarsi ad un colloquio di lavoro portandosi appresso un fardello così pesante sulle spalle.

TRE ANNI di carcere scontati per rapina sono una macchia non da poco, ma che non dovrebbe diventare indelebile. Alessandro sta bussando a tutte le porte, chiedendo in giro un’occupazione e sperando in una mano anche dai servizi sociali del Comune di Castelnuovo Magra, zona dove risiede insieme alla madre. Ma dopo i primi colloqui non ha più ricevuto nessuna risposta. Faceva l’operaio edile poi è arrivata la crisi del lavoro e le giornate in cantiere si sono sempre più accorciate sino a annullarsi del tutto. E’ rimasto disoccupato e la difficoltà quotidiana gli ha fatto perdere la rotta. Con una bimba di neppure un anno da mantenere il futuro è diventato incerto sino a quella mattina nera che lo segnerà per sempre. Ha provato a rapinare l’ufficio postale della Spezia ma la sua carriera da “bandito” è stata tanto improvvisata quanto rapidamente interrotta dalle forze dell’ordine e per lui si sono aperte le porte del carcere. « Tre anni durissimi — spiega — durante i quali non ho più viso la mia bambina. Ho sbagliato, ho commesso un errore imperdonabile ma ero disperato e non sapevo più cosa fare. Capisco che è difficile da spiegare e far comprendere ma ho preso una strada che non dovevo. Sono uscito dal carcere da 8 mesi e sto provando a ricostruirmi una vita normale per poter andare a prendere mia figlia all’asilo senza un peso sul cuore. Grazie alla madre posso vederla e stare un po’con lei ma ho difficoltà a garantirle anche semplicemente un dono. Vorrei potercela fare ma trovo poca comprensione e non so davvero più a chi rivolgermi. Ho avuto anche problemi agli occhi ma neppure la malattia sembra poter contare per sbloccare la situazione. Chiedo soltanto di ascoltarmi e concedermi una possibilità per ripartire da capo » . Mette a disposizione tutta la volontà e soprattutto la voglia di ricominciare e per questo saprebbe adattarsi a qualsiasi lavoro. « Mi va bene tutto — conclude Alessandro — mi adatterei a qualsiasi mansione pur di riconquistare la mia indipendenza. Sono tornato a vivere con mia mamma e non posso davvero pensare di essere un peso e soprattutto non poter dare un futuro a mia figlia » .