"Mi ha violentata e poi rapinata". Cinquantenne assolto dopo 5 anni

L’uomo denunciato da una giovane prostituta dopo una prestazione

L’avvocato sarzanese Paolo Mione

L’avvocato sarzanese Paolo Mione

Sarzana, 25 settembre 2016 -  HA rischiato una condanna a cinque anni di reclusione, dopo averne trascorsi due agli arresti domiciliari. Ora però l’incubo è finito per il 49 enne sarzanese Roberto Accorsi, accusato di violenza sessuale, sequestro di persona e rapina. In tribunale alla Spezia si è chiuso il processo con la sentenza che lo ha assolto con formula piena. Decisiva è stata l’attività svolta dal legale di fiducia, l’avvocato Paolo Mione, che lo ha assistito nella lunga vicenda giudiziaria. Il penalista è infatti riuscito a dimostrare l’infondatezza delle accuse e i giudici gli hanno dato ragione. I fatti risalgono alla notte dell’11 aprile 2011, quando Accorsi aveva deciso di passare una parte della serata con una prostituta rumena, all’epoca dei fatti 23enne, che però la mattina dopo l’aveva denunciato. Secondo la versione della donna l’uomo dopo un primo rapporto sessuale non portato a termine, costato 300 euro, l’aveva portata con la forza in un parcheggio di Sarzanello, le aveva puntato alla gola un paio di forbici che aveva in auto e costretta ad un altro rapporto. Non solo, l’avrebbe anche minacciata per farsi riconsegnare i soldi dati per la prestazione. Il sarzanese era stato arrestato con un pesante fardello di accuse, scontando due mesi di carcerazione preventiva ai domiciliari. La versione dell’uomo era completamente diversa sosteneva infatti   di essere completamente estraneo ai fatti, aveva solo ammesso di aver voluto trascorrere una parte della serata con una prostituta.

E l’altra mattina Accorsi è comparso al collegio del tribunale spezzino composto da Alessandro Ranaldi, Marinella Acerbi e Letizia Vita. Al termine della sua requisitoria il Pm Claudia Merlino aveva chiesto per il sarzanese una condanna a 5 anni di reclusione. L’avvocato Paolo Mione è però riuscito a smontare tutte le accuse nei confronti del suo cliente. In modo particolare ha evidenziato una serie di incongruenze nella testimonianza della giovane rumena, per quanto riguarda il suo racconto sull’auto dove si trovava ma anche per alcuni particolari del sedile reclinabile. Secondo la tesi sostenuta dal difensore la giovane avrebbe messo in atto una sorta di punizione nei confronti del sarzanese perchè non era riuscita ad avere interamente la somma che aveva pattuito per la prestazione, temendo forse ritorsione dal suo protettore per non aver portato l’incasso programmato. E i giudici al termine della camera del consiglio hanno accolto la tesi difensiva, assolvendo Roberto Accorsi.